Probabilmente la 250 LM non riceverà mai il tributo che le aspetta. Pur avendo vinto la 24h di le Mans -ultima volta per una ferrari- viene surclassata in fascino, stile e vittorie dalle altre vetture del periodo. Spesso si dimentica che riuscì a imporsi nella classifica generale pur essendo a tutti gli effetti un’auto granturismo -sebbene la FIA la classificò non del tutto a torto come prototipo- con sfidanti del calibro delle Cobra Daytona e delle Ford GT40. Insomma una vettura eccezionale, anche per rarità: ne vennero prodotti solo 32 esemplari.
Quella di cui parliamo oggi è molto particolare, certamente unica tra quelle prodotte e non solo per essere stata la show car a Ginevra e New York. Come già accennato la 250 LM era sulla carta una vettura di serie -come pure la GTO- e dunque disponibile con diversi optional, quella in questione può vantare sedili in pelle e alzacristalli elettrici. In un’auto che nel ’65 vinse la gara più importante del mondo. Inoltre altri aspetti rendono l’auto più civile rispetto alle sorelle, per esempio le sottili prese d’aria posteriori, decisamente più sobrie rispetto ai grandi canali standard, e ovviamente i parafanghi, simili a quelli dei precedenti cabriolet Ferrari.
L’auto non ha mai partecipato a competizioni su pista e fino al concorso del 2013 non uscì mai dagli Stati Uniti, la carriera sportiva dell’auto è stata sacrificata in funzione della sua appetibilità per raduni e concorsi. Tuttavia la meccanica di quest’auto è del tutto invariata rispetto a quella delle versioni da pista, in cui cambia solo l’assetto: la livrea ispirata ai colori americani, e in particolare allo schema classico del North America Racing Team, ci ricorda le caratteristiche corsaiole di un’auto capace di garantire prestazioni sbalorditive per la sua epoca e, almeno per questo esemplare, il massimo comfort.
la Berlinetta 