Manzoni scrisse nei Promessi Sposi: non sempre quel che viene dopo è progresso. In questo caso sembrerebbe proprio esserlo. Con quattro diverse configurazioni e una guida completamente autonoma, la concept anticipata dalla Volvo potrebbe veramente essere un esempio dell’auto del futuro. Eppure non può convincere completamente, non ancora. Ci sono almeno diversi motivi per cui l’idea di un’auto del genere non ci convince, ma ce ne sono anche parecchi per cui crediamo che la mobilità sarà rivoluzionata entro i prossimi vent’anni, in un modo molto simile a quello immaginato da Volvo.
Del resto la Casa svedese è stata per molti aspetti -il più conosciuto è certamente la sicurezza- pioniera in innovazioni che poi sono divenute non solo uso comune, ma anche obbligo della legge, per lo meno in Italia. Però un conto è implementare una tecnologia sperimentata su una vettura comunque tradizionale, un conto rivoluzionare profondamente un concetto ormai assodato da più di cent’anni, come quello dell’auto. La rivoluzione verso la guida completamente autonoma, che sembrerebbe inarrestabile, non è però al centro di questo articolo, che si dedica invece alla variazione sul tema di casa Volvo.
Un tema ormai comune a moltissimi produttori, che si cimentano in auto tutto sommato simili. Quest’auto rientra nella categoria di quelle di cui vale la pena parlare. Per un semplicissimo motivo: è forse la prima realmente pensata come un’ambiente, come un modulo abitativo disponibile in quattro differenti versioni che rispecchiano, per così dire, gli ambienti di una casa: camera da letto, studio, soggiorno, sala d’intrattenimento. L’ultima non si capisce bene cosa sia, probabilmente una sorta di cinema.
La sfida colta da questi costruttori è di pensare a un modo di muoversi del tutto differente e un esempio concreto ed in effetti calzante è proposto dalla Volvo: con un’auto completamente autonoma verrebbe meno l’esigenza di prendere l’aereo per viaggi relativamente brevi. Pensiamo per esempio alla tratta Milano-Roma, ormai in gran parte percorsa in treno o in aereo, con un’auto autonoma si potrebbe partire la sera prima ed arrivare in centro riposati dopo una notte nell’auto-letto. Sottolineando la comodità di partire da casa propria ed arrivare a destinazione senza fermarsi in aeroporti e stazioni sprecando tempo in biglietti e controlli.
Lasciando da parte questo caso estremo, possiamo immaginare il pendolare tranquillamente seduto a leggere il giornale facendo colazione in coda, piuttosto che figuracelo a imprecare nell’ingorgo. Non ci accorgeremmo neppure del traffico, come se fossimo a bordo di una roulotte, o in un enorme auto con autista. Inoltre non solo verrebbero ridisegnati gli spazi interni all’auto, ma anche quelli cittadini, non sarebbe più necessario, fa notare ancora la Casa Svedese, scegliere casa vicino al posto di lavoro, perché il tempo non verrebbe sprecato nel tragitto, ma goduto nel salotto di casa.
Tra questo idilliaco futuro da salone dell’auto e la realtà ci passeranno ancora parecchi anni, parecchie leggi e parecchi consumatori. Del resto ci fideremmo davvero a dormire in un auto che si guida da sola sapendo che la maggior parte delle auto che ci sfrecciano accanto sono guidate da stanchi automobilisti? Non stiamo parlando della fiducia nelle auto autonome, ma nella fiducia a vivere ignorando quel che ci sta attorno. In un’auto senza volante e senza freni. Probabilmente auto del genere non ci saranno se non in un futuro talmente remoto che non è il caso che un sito di auto d’epoca se ne occupi, tuttavia è veramente impressionante la piega anche sociologica che le auto stanno prendendo.
Speriamo solo che nel futuro non ci dovremo solo occupare di monovolumi autonomi, il sui design lascia sempre a desiderare. Sia per i monovolumi che per le auto autonome. Pur essendo un concentrato di tecnologia la 360C non è proprio una bella auto, ha un design che deve solamente dimostrare quello che è: un oggetto dal futuro. Probabilmente potrebbe anche essere più ergonomica e funzionale, ma il design delle auto autonome è Tiranno.
Il sugo di tutta la storia, per chiudere con chi abbiamo cominciato, potrebbe dunque essere che il mondo delle auto sta per subire la sua più grande trasformazione, e che nel giro di pochi decenni assisteremo a sconvolgimenti talmente grandi da mettere in pericolo aziende che hanno dominato il mondo dei motori per cento e più anni, con auto a guida umana obbligate a scorrazzare per strade di campagna e con le auto d’epoca che faranno la fine dei cavalli.
E ne leggeremo sui Tablet mentre ci rigiriamo sotto le coperte, andando al lavoro.