Robert Bellanger fu un uomo politico francese, senatore della repubblica per tutti gli anni tenta e sottosegretario alla marina nel 1930, anche se per solo una settimana. Fu anche l’ultimo affittuario privato del Fort de Brégançon, attuale residenza estiva dei presidenti francesi. Ma fu soprattutto un appassionato d’auto per tutta la vita e a meno di trent’anni, siamo 1912, decise di fondare la propria azienda.
Bellanger, uomo di mondo della Belle époque, costruisce uno stabilimento a Neully-sur-Sein, producendo vetture con la caratteristica d’avere un radiatore leggermente incurvato, peculiarità che definita “naso di toro”. Nei primi anni la tendenza dell’azienda era di assemblare ricambi comprati dalle numerose imprese francesi del settore, producendo in casa il meno possibile. Nel giro di un paio d’anni la produzione deve in buona parte fermarsi per lo scoppio della Grande guerra, ma non si ferma l’azienda, molto attiva nello sforzo bellico (oltre a blindati e artiglieria, costruisce uno dei maggiori stabilimenti per l’aeronautica) che accentua la costruzione su licenza di terzi.

Al termine del conflitto Bellanger emerge come un’azienda molto solida e pronta a tornare nel suo mercato originario. Mantenendo la caratteristica calandra decide di cambiare i propri motori, passando agli americani Briscoe, con cilindrate importanti anche per l’epoca (prima due 4 cilindri da 3 e 4 litri, poi un 8 cilindri da più di sei litri). Il successo tuttavia fatica ad arrivare e l’azienda termina la produzione di veicoli nel 1923, continuando a produrre alcuni aeroplani civili. Pochi anni dopo Peugeot acquista definitivamente l’azienda riprendendo per poco tempo anche la produzione delle vetture, sostanziamene Peugeot con la calandra a muso di toro.

Come abbiamo detto in apertura d’articolo, Robert Bellager si dedicata alla carriera politica finita l’esperienza nel mondo automotive e non tenterà più la carriera di costruttore. L’azienda, assorbita nell’orbita di Peugeot, scomparirà proprio come De Dion-Bouton (altro acquisto dei primi anni ’20), ma sopratutto scomparirà la calandra di Bellanger, sostituita negli anni ’20 da forme più tradizionali
Foto in apertura di François Boglins