Abbiamo lasciato il Gran Premio Nuvolari del’anno precedente definendolo come un’ottima gara e ancora più ottimo è il ritrovarlo migliorato in questa edizione, con auto veramente eccezionali in partenza. L’edizione di quest’anno ha visto più di trecento partecipanti, su un incredibilmente eterogeneo insieme di vetture, dalle più comuni a modelli rari e molto ricercati, tra cui non possiamo che citarne alcune, ma con la dovuta calma. Qualche parola va prima spesa per la bellissima location.
Del resto Mantova merita di per se un pellegrinaggio, essendo una città semplicemente meravigliosa un gioiello sull’acqua. Sapendolo, gli organizzatori ci giocano e la sosta a Palazzo Te per la punzonatura e le ultime verifiche, diventa la visita a uno dei più bei palazzi estensi. Le vetture si spostando poi una a una verso Piazza Sordello, nel cuore della città, situata tra palazzo
Ducale, sede della cena di premiazione dopo che le vetture avranno tagliato il traguardo di domenica, la cattedrale si San Pietro e la casa si Rigoletto. Insomma, una cornice unica per accogliere le magnifiche vetture in partenza per questa edizione, aperta una una Alfa Romeo Stelvio. Su questo c’è un po di rammarico, visto che l’anno precedente era presente una categoria dedicata alla Maserati, con vetture in partenza molto recenti, ma con un’esposizione di vetture da corsa d’epoca, più precisamente degli anni ’50… Non certo la stessa cosa che vedere una Stelvio: per quanto sia tra i SUV più belli rimane un SUV.
Tra le auto di spicco occorre distinguere quelle d’anteguerra e quelle posteriori. Nella prima categoria spiccano senza dubbio le Bugatti, tra cui una rarissima 57C con rivetti bene in vista, veramente eccezionale. Notevole anche la 37 e anche una tipo 40 con carrozzeria speciale, molto aerodinamica. Ma non sono solo le auto da corsa a colpire, anche una Talbot-Lago T150 speciale, della Houtkamp Collection, ha dato bella mostra di se nella corsa. Pur mancando la magnifica Alfa Romeo 6C 2300 B MM dell’anno scorso, l’Alfa ha dato bella mostra di se con altre vetture degli anni ’30 e una straordinaria 1900 barchetta del 1953. Spostandoci quindi nel secondo dopoguerra non possiamo non citare le Mercedes 300SL, ma il confronto è impietoso con la Mille Miglia, dove la Stella domina dai tempi di Sir Stirling Moss. E se per le Ferrari non ci sono tutte le barchette che si possono trovare a Brescia, ci siamo consolati con una magnifica 275 GTB, superba nel suo azzurro; rimanendo nel segno del cavallino rampante, possiamo anche nominare una esuberante 500 Mondial, in un bel giallo acceso. Lancia si è fatta notare con una Appia GT Zagato, un gioiello raro e meraviglioso, sia nel design che nella meccanica, una B2 con livrea originale e con una Aurelia B24S spider America: non occorrono parole per definirla, anzi non servono.
Nella selva di Porsche 356 ne spiccano due, completamente arrugginite fuori e perfette dentro, con un effetto un po’ straniante ma comunque apprezzato, specialmente dai curiosi. Dovremo dedicare un articolo a questo tipo stile che, insieme al fenomeno outlaws, sembra colpire quasi solo le 356. Misteri. Tuttavia, l’effetto è in fin dei conti piacevole, se uno è stufo di una normale 356 lo capiremmo, ma chi è stufo della 356? Magari alla sesta o settima in garage, non prima.Da segnalare infine, e né siamo rimasti stupiti, una curiosa Armstrong Siddeley Special che sebbene possa ricordare una Bentley, se ne distingue per una cattiveria e un’aggressività ignoti alla compaesana.
Non possiamo quindi non trattare infine del successo di pubblico, che fa sempre piacere vedere a manifestazioni aperte come questa, anche se dobbiamo registrare che qualche comportamento ci ha inorridito, tra cui quello di una comitiva di turisti arabi che, usciti da Palazzo Ducale si è dispersa toccando le vetture e perfino suonando i clacson, giustamente redarguiti in olandese dal proprietario. A parte questo spiacevole evento a cui abbiamo assistito si è trattata anche quest’anno di una magnifica edizione, ricca di vetture spettacolari in una città che è tra le più spettacolari ospitanti di eventi del genere: seguire le vetture sul ponto del Mincio è un’emozione, figurarsi percorrerlo in direzione opposta, arrivando a Palazzo Ducale, dopo tre giorni di gara. Ovviamente non possiamo non complimentarci con Mario Passante e Raffaella De Alessandrini, della Scuderia Franciacorta Motori, vincitori di questa edizione dopo dieci anni esatti dal successo sulla stessa vettura nell’edizione 2009.

