La nuova Stingray C8

Sostanzialmente ogni modello della Corvette ha segnato un balzo in avanti rispetto al precedente, inutile dirlo, ma alcuni passaggi sono stati evidentemente più  importanti -e interessanti- di altri. Per esempio, dalla C1 alla C2, in cui le generose curve della prima serie, un bellissimo design in pieno stile anni ’50, cede alle tese e atletiche linee della prima Stingray coupe. Un altro notevole passaggio è stato l’introduzione della carrozzeria in fibra di vetro e poi in materiale plastico, ma nulla a che fare con un elemento importante come il core stesso della vettura: il motore.

In questi anni oscuri, quando si pensa a un drastico cambio nel motore di una vettura, la mente corre subito a ipotizzare soluzioni ibride, vari plug-in o perfino motori elettrici, ma stiamo parlando di un’icona americana che, a differenza della Mustang, non ha neppure ceduto alle tentazioni del down-sizing. Eppure la nuova configurazione, con motore posteriore, non può passare inosservata. Pur rimanendo un vigoroso Small Block V-8 LT2 da 6,2 litri, la configurazione da supercar, più che da muscle car, segna una forte frattura con il passato della casa. A onor del vero, la Corvette è sempre stata più identificabile con le sportive europee che con molte coeve americane, anche grazie al pedigree sportivo nelle gare di durata, in cui sono sempre meno le automobili con motore anteriore, e forse anche in vista delle future competizioni si è preferito provare la nuova configurazione.

Il design è tipico della Stingray, le sopracitate linee tese non scompaiono e anzi emergono ulteriormente grazie al sapiente uso della presa d’aria, anche se preferivamo la vecchia feritoia davanti ai finestrini, più dinamica e perfino elegante di questa. Anche l’anteriore cambia notevolmente, le proporzioni sono ovviamente mutate e il lungo muso affilato del vecchio modello cede il posto a uno più arrotondato e gentile. Lo stesso si può dire del posteriore, quasi concavo, su cui emerge uno spoiler che rovina un po’ la linea dell’auto, ma che ben si raccorda con la presa d’aria laterale.
Aggiungeremmo che la vista da tre quarti frontale ha qualcosa in comune con la 360′ modena, ma più incattivita.

Insomma, una bell’auto, che cede un po’ di storia per portarsi al passo con le altre sportive e GT in commercio. In effetti non possiamo terminare l’articolo senza citare il prezzo di un’automobile del genere: 48.000 $, per una’tuo da quasi 500 cavalli di potenza, con motore posteriore e un design che, sebbene non sia d’impatto come quello precedente, è migliore di quello di molte concorrenti dirette. Siamo lontani dal poter affermare che siamo di fronte a una vettura che segnerà la storia dell’automobilismo come alcune delle precedenti Corvette, ma possiamo affermare che Chevrolet ha tirato ancora una volta fuori un coniglio dal cilindro trasformando la sua sportiva di punta senza sradicarne lo spirito.


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