Bentley a Chantilly

Sono pochi i costruttori che, nell’immaginario collettivo, sono legati in modo singolare sia alle vetture di gran lusso che alle corse più estenuanti del panorama automobilistico. Antitesi solo apparente in effetti, vista la necessità -specialmente in passato- di dover testare sulla lunga distanza, in un evento stressante per la meccanica, il motore da installare in seguito nei cofani di berline e saloon.
Tra questi costruttori un posto speciale è riservato alla Bentley che festeggia i suoi primi cento anni di storia.
Le celebrazioni non sono mancate certamente e abbiamo avuto la fortuna di poter assistere a una delle meglio riuscite, stiamo parlando delle tre classi riservate alla B alata  durante il concorso d’Eleganza di Chantilly. Lo scopo era di celebrare le radici sportive e lussuose del marchio inglese con un focus sulle vetture aperte d’anteguerra, vetture chiuse d’anteguerra e vetture posteriori alla guerra.
Ecco dunque, per ogni classe, quella che ai nostri occhi pare essere la vincitrice:

1928 Bentley Speed Six Le Mans Open Tourer

Un magnifico esemplare della filosofia del marchio al termine degli anni ’20, quelli che Ettore Bugatti definì: i camion più veloci del mondo. In effetti la mole, le proporzioni e i colori non rendevano certo queste auto apparentemente scattanti come le piccole francesi, ma grazie al motore da sei litri, le prestazioni erano una certezza: potevano arrivare a superare i 200 km/h, specialmente nel famoso rettilineo dell’hunaudières durante la 24h di Le Mans. Questo esemplare -magnifico nella sua rara colorazione nera- appartenne a Woolf Barnato, celebre Bentley Boy.

 

1929 Bentley Speed Six

Di Barnato è anche questa magnifica quattroporte, realizzata per un uso più civile rispetto all’esemplare sopra esposto. Civile fino a un certo punto, perché stiamo parlando del celebre esemplare -troppo spesso confuso con il coupe Gurney Nutting- che vinse la sfida contro il Blue Train, il mezzo che, viaggiando tra Calais e la riviera francese, rappresentava il simbolo del jet set degli anni ’20. Storia a parte -e secondo noi è una storia che sarebbe valsa il Best in class al concorso- si tratta di un elegante esemplare realizzato da Mulliner, uno tra i primi esempi di riuscito connubio tra sportività ed lusso.

 

1956 Bentley S1 Graber

In questo caso è d’obbligo citare il carrozziere, poiché fu anche il destinatario di questo imponente cabriolet. Più precisamente l’auto venne donata da Graber alla moglie, regalo che speriamo abbia apprezzato vista l’incomparabile eleganza delle Bentley negli anni ’50. Il bicolore dona poi all’insieme un equilibrio e un peso che non devono trarre in inganno: anche se non poteva contare sulle prestazioni della Continental, siamo di fronte a una vettura in grado di rivaleggiare con la maggior parte delle sportive dell’epoca.


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