Tra le molte belle e bellissime vetture presenti all’edizione 2019 del prestigioso Concorso d’Eleganza Villa d’Este, è molto difficile stabilire quale fosse la più bella. Non ci proveremo neppure: paragonare auto d’anteguerra con la Porsche 959 di Von Karajan ci pare un esercizio inutile. Purtuttavia è innegabile che alcune auto -per merito o per fama- siano da annoverare in una classe diversa dalle altre, immerse in un aura di prestigio che solo la Storia può donare. La Storia e il prezzo alle aste, certo, ma che volgarità! Concentriamoci, specialmente ai concorsi d’Eleganza, sul fascino che una vettura può avere indipendentemente dal suo valore commerciale.
L’auto su cui vogliamo concentrarci in quest’articolo è in effetti una vettura dalla storia affascinante, costruita in un unico esemplare e appartenente a una delle più prestigiose case automobilistiche di sempre. Eppure non potrà mai raggiungere le quotazioni di vetture da corsa coeve, o di serie successive, realizzate in tiratura limitata, e più ricercate dai collezionisti. Non citiamo nemmeno il fatto che una LaFerrari possa costare più dell’Eroe del nostro articolo. Stiamo parlando di una Ferrari 250 GT Europa Competizione, anzi, come occorre fare con vetture appartenenti a un passato in cui non si comprava un’auto, ma la propria auto, parliamo dello chassis 0403GT.
Il nome non deve trarre in inganno, non si parla di una Berlinetta da corsa, ma di una splendida Gran Turismo, in un sobrio grigio, adatta a un gentleman driver dei primi anni ’50. Una vettura d’altri tempi. Il design, pastiche di diversi stilemi della Casa ma anche del carrozziere, venne realizzato da Aldo Brovarone presso Pinin Farina, ispirandosi -è chiaro ammirandone il retro- alla celebre vettura che Rossellini regalo a Ingrid Bergman, da lui stesso realizzata. Anche il colore richiama l’ammirevole fonte, la sfumatura di colore è chiamata appunto grigio Ingrid. L’anteriore condivide con la Tour de France i fari tondi incassati nella carrozzeria, ma troviamo che questa soluzione doni di più a questa vettura piuttosto che alla sua notevole erede. Del resto, come per molti modelli Ferrari dei primi anni ’50, siamo davanti a uno stadio intermedio, un ibrido tra vettura da corsa, concept car e gran turismo. Ingredienti questi che permettono a una fuoriserie di essere veramente eccezionale: questa certamente lo è. Nei suoi primi anni di vita è infatti possibile ammirare la costante evoluzione delle auto della Scuderia modenese -sia da strada che da pista- in un percorso ininterrotto e senza soluzioni di continuità. Ogni modello influenzava in maniera innovativa quello successivo.
Per poter poi apprezzare uno degli aspetti più semplici e più impressionanti delle vetture del periodo basta porsi a fianco della vettura, per ammirare le splendide proporzioni che un’auto come questa può vantare.
Infine non possiamo che parlare del motore, in grado di erogare ben 240 cavalli, una bella cavalleria nel ’55, in grado di porre questa magnifica vettura al vertice della gamma del periodo. A Villa d’Este ci son sempre molte belle auto, ma è stata probabilmente questa a prendersi un posto speciale nell’edizione di quest’anno. Ammirandola ci si chiede cosa abbiano di così magnetico le Ferrari degli anni ’50, ma sentendola ne è chiaro il motivo: questa è la quintessenza della GT italiana.