Al mondo ci sono una manciata di auto iconiche come la GTO. Questo è un dato di fatto. Del resto un’auto per essere iconica o è un prodotto di massa, di larghissimo consumo e diffusione, o una rarità. E le GTO sono decisamente delle rarità, magari non sono ne le auto -ne le Ferrari- più rare della Storia, ma probabilmente le più ricercate.
Tuttavia non è questo il momento d’indagare l’incredibile successo commerciale della GTO. Adesso è il momento di analizzare un’auto che ha stracciato entrambi i record di vendita ad un’asta.
Occorre infatti sottolineare che a causa del cambio monetario le auto più costose mai vendute all’asta erano due: una GTO del ’63 battuta per 38.000.000 $ e una 335 S del ’57 battuta per 32.000.000 €, la prima era la più costosa in dollari, la seconda in euro e sterline. Questo curioso pareggio nel titolo di regina delle aste è ora però risolto, vista la sbalorditiva -in realtà mica tanto- cifra di 48.000.000 $. Del resto negli ultimi due anni siamo stati abituati a GTO passate di mano tra privati per cifre ben superiori, per precisione 60 e 70 milioni di dollari, penny più penny meno. Anche nel 2014, quando venne stabilito il record da 38 milioni, ci fu il caso di una GTO -chassis 5111, vincitrice del Tour de France del 1963 e seconda l’anno successivo- venduta per la prima volta ad una cifra superiore a 50 milioni di dollari.
Passiamo ora all’auto in questione, chassis 3413, terza GTO prodotta e una delle quattro I serie ad essere ricarrozzata da Scaglietti come stile 64. Sebbene questa particolarità possa sembrare un valore aggiunto, non lo è, se non nel periodo in cui corse, dove ogni modifica era ben accetta per aumentare la competitività. E’ in effetti innegabile dati alla mano che le GTO I serie che hanno mantenuto le carrozzerie originali abbiano un valore di mercato più alto.
Nel palmarès di quest’esemplare figurano alcuni importanti risultati sportivi, tra cui il Campionato Italiano Velocità Montagna nel 1962 e il primo posto di classe nella Targa Florio nel 1963 e l’anno successivo, a dimostrazione dell’efficacia del cambio di carrozzeria.
Non possiamo che complimentarci con il nuovo proprietario di questa splendida vettura, sperando che la voglia onorare in pista, nei concorsi e nei Tour Ferrari