Presentata la Tuatara definitiva, raggiungerà davvero i 480 km/h?

Dopo le mirabolanti specifiche annunciate a ridosso della presentazione ufficiale arriva in carne ed ossa la rivale di Koenigsegg, Bugatti e Hennesey. Non si sa ancora quando andrà definitivamente in produzione, ma possiamo dire molto di più del design e del motore che promettono elevatissime prestazioni, forse un po’ gonfiate.

Un po’ gonfiate non per malizia ma perché questi americani pretendono di usare come propellente non la normale benzina a 91 ottani, ma l’E85, decisamente più potente ed esplosivo, capace da solo di far aumentare la potenza dai 1350 cv normali a ben 1750 cv per un ipotetico record di velocità. Non proprio un’auto di serie in grado di fare il pieno in un distributore di serie… ciononostante il motore è sicuramente un’opera di ingegneria di altissimo livello, non ci si può certo lamentare di un V8 da più di 1300 cv. Questo mostro sviluppato insieme a Nelson Racing Engines, con cilindrata di 5,9 litri e doppio compressore, permetterà all’auto di raggiungere verosimilmente le 300 miglia orarie, ossia più di 480 km/h, stracciando anche il record della Koeniggseg che con l’Agera RS lo detiene a 445 km/h, toccando all’andata i 457. La Bugatti è tuttora un serio competitor, vista la velocità massima della Chiron stimata in circa 460 km/h, e lo è anche la Henessey che sembra intenzionata a portare a casa il titolo di auto più veloce del mondo.

Il design della carrozzeria è molto simile a quello di Castriota, uno dei prototipi più belli degli ultimi anni, ma nell’esemplare esposto mancano ancora specchietti, tergicristallo e altre amenità necessarie all’omologazione; speriamo non vada stravolto nella fase finale e nella messa in produzione. Una pecca, per gusto personale, è il colore grigino della carrozzeria, meno incisivo dell’audace bianco del concept che permetteva un contrasto forte con l’abitacolo interamente nero -e senza soluzioni di continuità tra vetro e  supporto- mentre in questo caso la purezza dei colori viene un po’ meno. Anche l’arancio delle pinze dei freni fa perdere un po’ dello spirito con cui venne disegnata l’auto, come pure fanali e luci posteriori, ma d’altronde pochissime auto si mantengono pure per entrare in produzione. In questo caso le modifiche si limitano alle necessarie modifiche per l’omologazione, l’unico vero stravolgimento è nel posteriore, dove viene modificata l’aerodinamica attiva e aumentata la presa d’aria, eliminando così lo spazio per la targa.

La Tuatara non è sicuramente un’auto definitiva ne pronta per la produzione, ma è incredibile quanto sia simile al prototipo di ormai sette anni fa, e quanto di quello promesso sembra essere stato portato a termine. Non possiamo che dirci ottimisti per un’auto del genere, incredibilmente promettente e conservatrice allo stesso tempo, come quasi tutte le americane che tentano il record: un grande V8 e un bassissimo CX, che in questo caso arriva a 0,28.

Come avevamo già anticipato in un precedente articolo, non possiamo che aspettare con grande curiosità la resa dei conti tra le quattro grandi potenze per il titolo di auto di serie più veloce del mondo


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