La Dixi è una marca quasi del tutto sconosciuta, sorta, come molte altre, nei primi del ‘900 per collassare definitivamente a causa della Grande Depressione, sopravvivendo nella memoria soprattutto per il legame con una nota Casa tedesca.
Ma cominciamo dal principio, dal boom di produttori automobilistici sorti alla fine del diciannovesimo secolo. Nel 1996 viene fondata la Fahrzeugfabrik Wisenach da parte dell’industriale Heinrich Ehrhardt, occupandosi all’inizio soprattutto di biciclette, ma passando già due anni più tardi alla produzione di voiturettes dietro licenza della francese Decauville. Le quattro ruote diventano col tempo il principale business del gruppo Ehrhardt e la Eisenach viene quindi separata, concentrandosi a partire dal 1904 sulla produzione delle auto Dixi e cambiando a tal fine anche la ragione sociale in Dixi Werke – Fahrzeugfabrik Eisenach. Poco dopo anche l’assetto proprietario cambia e la famiglia Ehrhardt esce definitivamente di scena, insieme ai legami con l’industria francese.
La Dixi a questo punta inizia la commercializzazione di un grande spettro di auto, spaziando da motori monocilindrici di 1.240 cm3 a unità decisamente più importanti superiori ai sette litri. L’ossatura dell’azienda rimane però il quattro cilindri montato su chassis ancora da voiturette, impostazione che rimane in voga anche nei difficili anni del primo dopoguerra e che permette all’azienda di superare il periodo senza grosse crisi. Da notare che nel 1920 viene rilevata dalla Gothaer Waggonfabrik, un’azienda operante nella produzione di ferroviaria, ma il cambiamento proprietario non modifica gli obiettivi del marchio: eliminazione dei modelli più grandi e concentrazione sulle piccole e agili voiturettes.
In realtà qualche timido tentativo di mantenere modelli di fascia più alta rimane, nella metà degli anni ’20, quando la situazione economico-politica tedesca sembra stabilizzarsi, vengono proposte anche vetture a sei cilindri con motori da 2,3 e 3,6 litri. Ma a confermare l’attenzione verso il mercato più basso basti citare in quegli anni l’accordo con la Austin per la produzione su licenza della Seven, Dixi prepara la fabbrica ma i grandi investimenti necessari prosciugano le casse aziendali e nel ’28 si trova facile preda di una grande aziende con aspettative nel settore automobilistico: BMW
Il modello derivato dalla Seven, con aspettative di vendita di circa 2.000 esemplari l’anno, entra nel mercato tedesco prima come kit e poi come auto costruita in serie, denominata DA-1 3/15PS. BMW si ritrova quindi con un’auto già pronta che viene commercializzata con il doppio nome di BMW Dixi per il primo anno, ma che rimane solo BMW già nel ’29, con un modello leggermente migliorato chiamato BMW 3/15 DA-2; si tratta a tutti gli effetti della prima automobile BMW. Nel corso degli anni ’30 la casa bavarese si sposterà pian piano verso le automobili sportivi, producendo la celeberrima 328, ma il legame con Dixi rimarrà nel tempo: la produzione si svolgerà sempre negli stabilimenti di Eisenach