Ettore Bugatti si starà rivoltando nella tomba. Fino a una settimana fa l’unico collegamento tra Bugatti e i Balcani era il celebre aneddoto del pranzo a cui venne invitato re Zog d’Albania quando, a Molsheim, venne a scegliere una nuova auto di rappresentanza. Lo sfortunato sovrano dovette però tornarsene a mani vuote: le sue maniere a tavole non erano per nulla piaciute a Le Patron.
Ora invece Bugatti è croata, donata alla Rimac come scambio per un consistente pacchetto azionario acquistato da Porsche. In questa complessa manovra finanziaria Rimac viene scissa in due, con la parte di produzione vera e propria delle automobili che è condivisa con Porsche, e la parte di tecnologie elettriche facente unicamente parte di Rimac group, suddiviso a sua volta tra Mate Rimac, Porsche, Hyundai e altri investitori minori.

Ovviamente il primo annuncio congiunto ha rivelato la futura elettrificazione del marchio, mossa di cui non riusciamo a vedere altro che una trovata pubblicitaria: mentre tutti i grandi produttori cercano di mettere in campo auto elettriche, Rimac avrebbe potuto fare il contrario e aggiungere alla proprio produzione una hypercar benzina. Quali potrebbero essere del resto le differenze tra una futura Rimac e una futura Bugatti? La calandra a ferro di cavallo? Tempi duri…