Ecco un’azienda che incontriamo piuttosto presto nel nostro viaggio tra le case scomparse: fortunatamente hanno messo i nomi in ordine alfabetico. L’impresa in sé non è passata alla storia e non ha conseguito obiettivi particolarmente rilevanti, ma è dalle sue ceneri che nascerà qualcosa che ha fatto la storia dell’automobilismo; ma cominciamo dal principio.
In principio la Züst, che a dispetto del nome era un’impresa milanese già di rilevanza internazionale, decise di fondare nel 1906 una succursale semi-indipendente per sfruttare appieno gli stabilimenti di Brescia, in cui venivano prodotti alcuni veicoli commerciali. Dal nome latino di questa città deriva quindi la ragione sociale dell’azienda. Il primo modello progettato interamente nelle officine bresciane è la 14/18, con un motore da quasi quattro litri, che rimase il modello di punta della casa fino al 1911, un anno prima della chiusura. Dal modello venne tratta anche una versione sportiva e una con cilindrata ridotta a 2,3 litri.
La Vettura più interessante fu però la 10 HP, una tre cilindri in linea -una delle prime in assoluto con questa motorizzazione- che poteva superare i 60 km/h con il suo piccolo motore da un litro e mezzo.

Già nel 1909 l’azienda madre sente odore di crisi e decide quindi di chiudere anticipatamente l’azienda, nonostante i buoni risultati economici e la fama nelle corse che si era rapidamente conquistata. Eppure la storia degli stabilimenti non finisce qui e anni dopo verranno acquisiti e ammodernati dalla nascente Officine Meccaniche già Miani e Silvestri & C.-A.Grondona Comi & C, meglio conosciuta con l’acronimo O.M, ma questa è un’altra storia.
