Ferrari P80/C ~ Una rara one-off perfettamente riuscita

E’ da un po’ che si nota il netto spostamento di Ferrari verso i clienti che, esaurite le opzioni base delle vetture di serie, decidono di investire il loro denaro -e in questo caso anche il loro tempo- per vedere realizzato il sogno di un’auto tutta loro, solo per loro, in somma: su misura.

Dopo la SP38 dell’anno scorso, vettura con una forte impronta da pista, e la SP3JC della passata estate, è la volta della P80/C, basata sulla meccanica 488 GT3 e su un design estremo, personalizzato in ogni dettaglio. Del resto la sua lavorazione è iniziata nel 2015, molto tempo indietro dunque, che ben evidenza come il focus del cavallino verso questi importanti clienti sia parte di una strategia ben definita, come pure quella di rispolverare il ricchissimo -e richiestissimo- heritage della casa con le SP1 e SP2.

La vettura in questione non si lascia però andare a facili romanticismi con i modelli che più la ispirano. Il cliente dell’auto infatti possiede diverse vetture del Cavallino e le forme che lo hanno ispirato nella richiesta di questa one-off sono quelle della 330 P3 e della 206P: è evidente il richiamo a uno dei massimi periodi della Ferrari, quello di metà anni ’60, richiamo anche nel nome vista la denominazione C per competizione tipica della 275 GTB da corsa. Tuttavia il design non presenta particolari dediche, anzi mostra alcuni elementi innovativi come i fari nascosti e il simbolo della Casa sospeso come sulla Sergio.

E’ inoltre interessante notare come lo spirito della vettura è duplice come duplice era quello delle famose antenate, anche se con i dovuti distinguo. Mentre la 275 era una Gran Turismo votata anche alla pista, la 206 e la 330 furono delle auto da pista votate anche alla pura esposizione: è innegabile che la P3 e la P4 siano tra le Ferrari più belle, nonché le preferite di molti appassionati. Il design unico ha anche spinto il grande collezionista Glickenhaus a richiedere nei primi anni 2000 ben due vetture ispirate a questo celebre modello. Citandolo non possiamo che sottolineare come quest’anno a Villa d’Este porterà un altro grandissimo one-off di casa Ferrari, la mitica Modulo basata sulla 512 s.
Tornando a noi e al misterioso collezionista in questione, l’audace obbiettivo che è stato posto ai tecnici di Maranello è proprio quello di creare qualcosa di velocissimo in movimento e di stupendo da fermo. E come per le nobili antenate 206 e 330, più che una posata bellezza il risultato è un effetto wow che è veramente raro nell’attuale panorama automobilistico: invece di aggiungere inutili orpelli i designer li hanno sottratti. Niente fari di serie, spoiler eliminabile, prese d’aria nascoste, specchietti ridotti al minimo. Una rarissima auto da corsa se non elegante perlomeno sobria.

Un ottimo esempio dunque di quel che dovrebbe essere una one-off attuale: l’ispirazione dal passato si limita al tentativo di replicare le sensazioni che un’auto di allora avrebbe avuto oggi.
In questo caso l’obbiettivo è stato pienamente raggiunto.


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