SC18, la prima one-off firmata Squadra Corse

Ogni tanto Lamborghini se ne viene fuori con una nuova one-off che inevitabilmente è radicalmente diversa dalle precedenti. L’Estoque era la prima a quattro posti, mai entrata in produzione e mai avuto seguito, la Sesto Elemento la prima dedicata all’uso in pista, ben 20 esemplari prodotti, ma mai avuto seguito, l’Egoista la prima monoposto con cockpit eiettabile e compatibile con un elicottero da guerra, stranamente mai entrata in produzione e mai avuto seguito, l’Asterion la prima totalmente elettrica, mai entrata in produzione e mai avuto seguito. Diciamo pure che per quanto belle, potenti ed innovative, le eccellenze Lamborghini non hanno, almeno nel breve periodo, contaminato la produzione di serie, appassionando maggiormente i già appassionati fan del marchio e ingolosendo possibili acquirenti, che -tranne pochissimi- inevitabilmente comprano una Huracan o un’Aventador.

Perché ciò che è paradossale con la produzione Lamborghini è che l’elevato numero di edizioni limitate non si concreta in un elevato grado di personalizzazione nelle vetture di serie. Non stiamo parlando della semplice scelta della verniciatura -sfortunatamente molto varia…- ma della personalizzazione di elementi esterni della carrozzeria o anche lavori specifici eseguiti su motore e componenti meccaniche. Insomma, un lavoro che andrebbe fatto svolgere a un’unità specializzata con esperienza, tipo una Squadra Corse.
In effetti questa nuova Alston -nome più da nobile inglese che da toro da corrida- potrebbe significare qualcosa di più delle precedenti: è la prima vettura stradale realizzata in stretta collaborazione con il reparto corse, un ossimoro che potrebbe produrre vetture più originali che le già viste Supertrofeo ed SV, particolari sì, ma senza grandi mutamenti. Lamborghini deve distinguersi non per le forme sempre più appuntite e acuminate, ma per il design unico di diverse serie limitate di vetture. Del resto quello di Sant’Agata è l’unico marchio a proporre ancora queste limitatissime serie e il successo, anche commerciale a 3 milioni l’una, della Veneno ha aperto le strade a una sempre maggiore specializzazione, come la Centenario. Tutte queste vetture, ivi compresa la protagonista del nostro articolo, condividono la meccanica e le prestazioni dell’Aventador -già declinata in mille diverse versioni- ma un prezzo anche dieci volte maggiore, giustificato dalla personalizzazione e specificità dell’auto. Una ghiotta opportunità quindi per un produttore, sfortunatamente troppo poco utilizzata.

Non possiamo quindi che sperare che questa bellissima vettura sia la prima di una lunga serie d’auto realizzate attraverso la collaborazione tra Lamborghini, Squadra Corse e il fortunato cliente. Del resto, per vetture del genere è proprio da quest’ultimo che deve partire la domanda, altrimenti le one-off del Toro rimarranno inevitabilmente pezzi da museo, piuttosto che animali da arena.

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