Non si fa a tempo a scrivere del Record di SSC -che ora parrebbe da rifare- che Bugatti rilascia la sua prima vera track-day car. Fondamentalmente una Chiron profondamente, ma davvero profondamente, modificata. I numeri da cui si parte sono importanti, ma l’apice a cui vengono portati ha dell’incredibile: il motore, l’ormai stranoto W16, viene portato a ben 1.850 cavalli, una cifra mostruosa , quasi doppia rispetto alla potenza prima veyron. Il peso invece è ancor più notevole: partendo dalle due tonnellate della Chiron, la Bolide pesa solamente 1.240 chilogrammi, una differenza più unica che rara, che ricorda u altro recente miracolo dimagrante, sempre di Volkswagen, la Continental GT3.
La velocità di punta dovrebbe essere superiore ai 500 km/h, ormai non più così significativi, mentre lo 0-100 non sembrerebbe fattibile sotto i due secondi, ma è straordinario lo 0-300, poco più di sette. Questi valori non sono vuoti numeri, ma a quanto pare significherebbero (almeno virtualmente) giare a Le Mans in 3.07.1 e al Nurburgring in 5.23.1, ci fidiamo. Le prestazioni sono quasi a livello di un’auto da F1, lo spirito è forse quello di una futura competizione endurance, la motivazione profonda è sempre far lavorare un capitale che nel caso di Bugatti non è solo un marchio, ma un laboratorio per Volkswagen, e per questo non crediamo lo venderà tanto presto.
Passiamo ora alle dolenti note: il design. Far passare questo bolide per la Tipo 35 degli anni duemila è follia. Non parliamo neppure delle varie scritte in giro per la carrozzeria, Ettore Bugatti si rivolta nella tomba a vedere quell’omino Michelin sul frontale. Per il resto niente di particolare: certamente più bella di altri esperimenti simili dei concorrenti, la Bolide non ha nulla di eccezionale, è si un’auto eccezionale, ma passerà come una cometa nel firmamento di Bugatti, di cui per altro non ha nulla tranne l’abbozzo di ferro di cavallo della griglia.
La bolide è un’auto unica, ma di auto uniche come questa se ne presenta una al mese ormai. E’ una Bugatti e questo potrebbe significare qualcosa, ma non lo capiamo. Forse è l’inizio di un nuovo percorso per la Casa, un percorso che la potrebbe riportare “in pista”, ma ne dubitiamo fortemente. Ci pare più un gioco, un’esperimento -in massima parte tuttora digitale- che frutterà alla casa qualche soldino in più sfruttando la base della Chiron.