L’auto esiste da molti, moltissimi anni: il tentativo dell’uomo di creare un mezzo in grado di muoversi autonomamente risale almeno a duemila anni fa, quando Erone di Alessandria, progettando l’eolipila, la prima rudimentale macchina a vapore, pone la prima pietra di quella che sarà una costruzione che impiegherà i successivi diciannove secoli per poter giungere a maturazione. La storia dell’auto inizia infatti nei decenni finali del XIX secolo, con l’introduzione del motore a scoppio e l’applicazione di tutta una serie di tecnologie già ampliamene sviluppate in altri ambiti. Una manciata di uomini lungimiranti costruirà in pochissimi anni l’edificio che, ampliato da migliaia di costruttori nei trent’anni successivi, ammiriamo ancora oggi e che, pur con i dovuti cambiamenti, non ha subito sostanziali modifiche dagli anni ’20 del secolo scorso.
Potrebbe sembrare un inutile sproloquio, ma è la necessaria premessa a quel che ci interessa approfondire con questa serie di articoli: la costruzione del favoloso palazzo dell’automobile. Dopo duemila anni di prove -tutte fallite, comprese quelle degli effimeri veicoli a vapore di inizio ottocento- in cui l’unico esito apprezzabile è lo sviluppo degli elementi accessori alla componente meccanica dell’auto, il boom: dalle ceneri della prima guerra mondiale l’auto diventa il mezzo di trasporto non solo del futuro, ma del presente. Anche dove le auto mancavano nessuno dubita più delle loro capacità, della loro forza e della loro imposizione nel mondo come mezzo di trasporto. Si tenga tuttavia sempre a mente che ancora fino alle ceneri di un’altra guerra mondiale, la più importante risorsa rimarrà la forza animale e che in molte zone -e stiamo parlando dell’europa- anche il treno rimarrà un mezzo utopistico.
Come abbiamo già detto, il progresso era già arrivato alla costruzione di una serie di componenti fondamentali per poter rendere utilizzabile un’autovettura, quando mancava ancora l’autovettura: le sospensioni erano ampiamente studiate per l’impiego nelle carrozze, così come gli interni, mentre le trasmissioni e le marce erano comuni anche nelle più semplici delle macchine industriali. Ovviamente mancava la componente più importante, il cuore stesso del veicolo: senza un motore adatto l’industria dell’auto non poteva letteralmente mettersi in moto. Fu il rapido susseguirsi di innovazioni in quest’ambito che permise lo straordinario boom dell’auto a fine ottocento, mentre fu l’altrettanto rapido sviluppo dell’industria dell’auto economica a permettere il boom di vendite del primo dopoguerra. Questi saranno i due perni in questa serie di articoli: come è nata l’auto e come si è sviluppata per come la conosciamo oggi.
Nel giro di una trentina d’anni era stato costruito l’edificio che, salvo qualche piccolo ritocco alla facciata, perdura tutt’oggi. Dall’auto di lusso a quella sportiva, dall’elettrico al diesel, dalla quattro ruote motrici alla trasmissione automatica, tutti i semi destinati alla crescita che oggi è sotto gli occhi di tutti furono gettati allora. Certo, in un periodo di tale fermento, qualche seme fu gettato anche in terreni non troppo fertili -per lo meno non ancora, e mi riferisco ai giorni d’oggi- come quelli dell’auto volante e anfibia, ma il risultato fu incredibile se si pensa al brevissimo lasso di tempo necessario all’industria automobilistica per imporsi come una delle più importanti a livello mondiale.
Per concludere, oggetto questa serie di articoli è la storia di questi costruttori, delle pietre che hanno posato per comporre questo favoloso palazzo che è il mondo dell’automobilismo. Per farlo ci concentriamo nel periodo che abbiamo definito di maggior fervore, un arco di tempo piuttosto ampio, sia in termini di computo d’anni che in termini di avvenimenti: si va dalla prima automobile, il celebre Benz Patent Motorwagen, alla crisi del ’29, senza dubbio una delle peggiori stazioni nella storia dell’auto, che, eccezion fatta per una manciata di anni, si è spesso rivelata più una via crucis che un cammino trionfante. In totale, tratteremo una quarantina d’anni, una guerra mondiale, una crisi economica e uno dei più lunghi periodi di prosperità in Europa e America. Poiché da dire ci sarà molto, vogliamo concentrare la nostra attenzione principalmente sui costruttori scomparsi che, nonostante l’elevato numero di aziende tuttora operanti sorte nel periodo da noi considerato, rappresentano la stragrande maggioranza dei concorrenti di allora.
Nell’immagine di apertura la vittoria di Joe Dawson alla 500 miglia di Indianapolis del 1912: come suggerisce anche il titolo della raccolta, non ci concentreremo esclusivamente sulle case costruttrici, ma approfondiremo i piloti, le gare e gli eventi che hanno segnato la nascita e accompagnato lo sviluppo di questa splendida invenzione.