Sette Bugatti a Parigi ~ T39

Continuiamo il nostro percorso attraverso le sette Bugatti in vendita all’asta Les Grandes Marques du Monde au Grand Palais con la prima vettura propriamente da corsa, la type 39. Questa agile macchina venne pensata per prendere parte alle gare riservate alla categoria Voiturette, con cilindrata inferiore a 1.500 cc, assimilabile alla F2 del tempo. Tuttavia anche la capacità delle vettura da GP sarebbe stata presto ridotta e  la T39 si ritrova  ad essere una vettura competitiva anche contro le campionesse del periodo, come vedremo. 

Il motore è l’otto cilindri che Bugatti aveva già ampiamente sviluppato con la T35, ovviamente con misure ridotte per poter rimanere sotto la soglia del litro e mezzo, con un alesaggio corsa di 60 x 66 mm disponeva infatti di 1493 cc. La potenza generata era di circa 100 cv, ma si potevano raggiungere i 230 con il compressore volumetrico, le vetture che ne erano dotate sono chiamate 39A. In totale solo 10 vetture vennero prodotte, rendendo l’auto una delle Bugatti più rare, anche tra quelle da corsa. Curiosamente, una di queste vetture venne equipaggiata con un motore ancora più piccolo, con una cilindrata di solo 1092 cc.

L’auto in questione è uno degli esemplari più interessanti, con una storia che spazia dalla natia Francia all’Australia. L’auto venne per la prima volta utilizzata su pista nell’evento dedicato alle voiturettes del Grand Prix de Tourisme at Montlhéry del 1925, con un glorioso 1-2-3-4 posto per le tipo 39 schierate alla partenza e un terzo posto per la protagonista dell’articolo, chassis 4607. Ettore Bugatti tenta poi il grande passo presentando ben cinque T39 al Gran Premio d’Italia dello stesso anno, in cui si sarebbe tenuta anche la gara per le Voiturettes. Le Bugatti, dopo aver dominato la propria classe, conquistano anche elevate posizioni nella classifica generale, con la 39 di Costantini addirittura sul podio con un terzo posto meritatissimo, 4607 può invece vantare un settimo posto assoluto, guidata da Foresti.

L’auto passa poi di mano e si trasferisce in Australia dove prende parte a numerose competizioni. Tra queste spicca il GP del 1931 in cui, pilotata da Junker e Nutt, riesce a imporsi perfino sulle più potenti concorrenti e, dopo la rottura al motore delle T37A in testa, riesce a vincere l’Australian Grand Prix. Il risultato sarà ritentano anche gli anni successivi, ma con alterne fortune. Per poterla allora rendere competitiva nelle estenuanti cronoscalate australiane, venne aggiunto un compressore realizzato da Jack Day, ma, non raggiungendo i risultati sperati, venne presto rimosso assieme al motore per fare spazio a un V8 Ford. Cerchiamo di capire: erano altri anni e la competitività era tutto. Speriamo solo non lo dissero a Le Patron… comunque le performance aumentano e l’auto si impone in numero competizioni.

Con la fine della seconda guerra mondiale lauto passa di mano diverse volte fino a ricongiungersi con un motore Bugatti, sebbene non il proprio, ma quello della sorella 4604. Bisognerà aspettare il 1974, quando l’allora proprietario Bob king decise di restaurarla nella forma del GP d’Italia del 1925, perché l’auto riacquisti finalmente il proprio motore originale. Altre parti venere invece recuperate dalle coeve Bugatti, in particolare l’albero a camme è quello di una T51. L’auto venne terminata nei primi anni ’80 in tempo per essere invitata al GP commemorativo del principe Bira a Bangkok, dove figurava come la vettura più anziana. Dopo alcune rifiniture nei primi anni duemila l’auto è attualmente pronta a correre nelle competizioni storiche di tutto il mondo e, ne siamo sicuri, il fortunato -fortuna anche economica dato che la stima oscilla tra 1.050.000 e 1.400.000 €- che si aggiudicherà il lotto non esiterà certo nel continuare la tradizione sportiva di questa splendida vettura.

Si ringrazia Bonhams per le fotografie


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