Uno dei vantaggi di produrre hypercar in serie limitatissime consiste certamente nella pubblicità che un nuovo modello porta sempre con sé. Non occorre girare un qualche fallimentare spot con qualche presunta star per far parlare della propria azienda. Spesso occorre semplicemente portare un’auto ad un salone. Pagani lo sa, ma trova sempre nuovi modi per mostrarsi al pubblico, distinguendosi sempre come eccellenza. E parliamo di un pubblico molto, ma veramente molto, più ampio di quello dei possibili acquirenti. Le celebrazioni per i primi venti anni di vita del marchio sono state molteplici in tutto il mondo e anche a Milano AutoClassica erano all’altezza di vetture da più di un milione di euro l’una. Probabilmente si trattava del miglior stand dell’intera fiera.
Sebbene il numero di auto non fosse pari a quello della medesima celebrazione a Chantilly, in cui era ammirabile una magnifica Zonda Revolution, secondo noi la Pagani migliore in assoluto, lo spazio è stato curato nei minimi dettagli, con mobili in carbonio, modellini in vendita e un ampia superficie espositiva. Quel che sembra non essere ancora chiaro a molti costruttori è che sfortunatamente non bastano le auto, anche se hypercar, occorre creare un ambiente esclusivo in una fiera, isolarle dalle altre, metterle in bella mostra. Pagani, anche in questo, è un maestro: se le altre vetture potevano al massimo essere percepite come costose, protette da esili cordoncini rossi, quelle di San Cesario sul Panaro erano in una torre d’avorio, in una classe tutta loro, pur non avendo la minima protezione. L’intervento di Horacio Pagani, intervistato da Davide Cironi per il suo Drive Experience, è stato come sempre interessante e foriero di spunti di riflessioni. In particolare la storia del riacquisto da parte di Horacio di una vettura da un suo fidato cliente, talmente fidato che gli confessò apertamente che se avesse mai voluto venderla l’avrebbe acquistata lui stesso, in quanto l’anonimo proprietario l’aveva tenuta nelle milgiori condizioni, le sole che Horacio avrebbe potuto esigere del resto. Questa stessa vettura, una Zonda F, era esposta presso lo stand di Cironi, veramente un esemplare straordinario.
Ritornando all’ampio spazio dedicato alle vetture Pagani, le tre eroine portate al salone erano niente meno che una C12 Roadster, la prima pagani aperta, con il caratteristico spoiler diviso, una Zonda Cinque Roadster, appunto una di solce cinque prodotte, una Zonda F arancione e una nuovissima Huayra Roadster, con verniciatura in carbonio totale. Nonostante, sarà per la livrea, per l’air-scoop, o per il fatto che si tratti di una Zonda R stradale, la Cinque regali sempre un brivido di emozione, è alla più umile C12 che va la palma di più bella secondo il nostro modesto parere. La purezza delle linee, le nobili forme, gli interni immacolati ed elegantissimi -forse il volante è un po’ pacchiano- ne fanno una vettura che andrebbe sempre tenuta a modello d’ispirazione per cosa debba essere una hypercar.
Come sempre i nostri complimenti a Pagani e un grazie per organizzare esposizioni che hanno lo scopo di avvicinare il pubblico al marchio