Si capisce che un tempo Ferrari era produttrice di giusto una manciata di vetture da un numero di telaio talmente breve da avere solo quattro numeri: di cui due sono zeri. Stiamo in effetti parlando di una delle primissime vetture prodotte dalla Casa di Maranello, realizzata per niente meno che Il Re d’Italia Gianni Agnelli, che diventerà in seguito a quest’acquisto un fedele cliente Ferrari: si comprerà addirittura l’azienda. Ma torniamo a questa magnifica vettura.
Si tratta in particolare di una 166 MM, in cui 166 indica la piccola cilindrata da 1992 cc, ovviamente in configurazione V12, che spinsero il modello alla conquista della più importante corsa dell’epoca, la Mille Miglia, da cui il nome. Il motore è in grado di erogare 140, più sufficienti a sbaragliare la concorrenza nelle più importanti gara di durata del mondo, oltre alla sopracitata anche la 24 ore di Le Mans e la 12 ore di Parigi. La velocità massima di 220 km/h, pur non essendo elevatissima, poteva essere sapientemente utilizzata grazie a una maneggevolezza nettamente superiore rispetto alle concorrenti, vantaggio in grado di concretizzarsi in particolare nel miglior uso dei freni su una vettura di questo tipo.
L’esemplare di cui stiamo parlando però non è stato estensivamente pilotato sulle piste del mondo, ma guidato per le strade di Torino dall’Avvocato -da leggere un bellissimo articolo di Octane n. 166 che ripropone un viaggio in quest’auto tra i luoghi simbolo del primo proprietario. La vettura si presenta con una splendida verniciatura bicromatica di grande effetto, verde e blu, in tonalità cosi scure da confondersi e donare sia eleganza sia un tocco di stravaganza: decisamente un auto adatta a Gianni Agnelli.

La bellissima linea di questa barchetta Touring, linea su cui l’atelier milanese elaborerà molte varianti tra la fine degli anni ’40 e l’inizio degli anni ’50, è l’esaltazione massima della purezza delle piccole auto da corsa italiane del periodo: un’auto che con un semplice contorno è immediatamente riconoscibile, un capolavoro senza tempo. Tuttavia non è solo la forma a rendere quest’auto così interessante, ma anche tantissima sostanza, presentiamo quindi due eventi a cui abbiamo avuto la fortuna di partecipare e che hanno visto la 166 tra le protagoniste
Concorso d’Eleganza Villa d’Este 2015 ~ l’auto si è imposta a una delle edizioni più belle degli ultimi anni, vincendo la Coppa d’Oro e scalzando vetture del calibro della 540 K Spezial Roadster.
1000Miglia 2018 ~ la magnifica barchetta ha dato bella mostra di se anche alla più celebre gara d regolarità del mondo, venendo usata per quello che era il suo scopo originario, correre ed essere al contempo comoda e affidabile.
Occorre infine segnalare come questa vettura sia stata anche la base di partenza per una delle più belle auto degli ultimi anni, vale adire la magnifica Alfa Romeo Disco Volante spyder -che vinse ancora a villa d’Este come miglior prototipo- che venne commissionata da Clive Beecham, il fortunato proprietario, mentre la sua 166 era in restauro presso Touring proprio mentre la prima Disco Volante veniva realizzata. Vedere queste magnifiche vetture contemporaneamente ha portato alla versione aperta della fuoriserie del Biscione. Con doppio piacere per il proprietario e per gli appassionati.