Cosa è una Gran Turismo? ~ Parte I

Parafrasando Sant’Agostino, riguardo alle Gran Turismo si può dire quel che il filosofo disse del tempo: se nessuno me ne chiede, lo so bene: ma se volessi darne spiegazione a chi me ne chiede, non lo so. Del resto l’essenza di una GT è qualcosa che trascende da un insieme di specifiche tecnico-fisiche; le richiede, ma per quanto necessarie, non sono sufficienti. E’ dunque interessante pensare come tutti gli appassionati potrebbero facilmente riconoscere una GT a occhio, vedendosela davanti, e magari anche figurarsela nella mente se gli venisse posta la sopracitata domanda, ma darne una definizione… è qualcosa di sfuggente.

Del resto come si può descrivere una sinfonia senza poterla sentire? O un quadro senza poterlo vedere? E’ qualcosa di simile avviene nel mondo dei motori: come si può dire di un’auto che deve avere due porte, motore anteriore, alte prestazioni, comodità e capacità di carico e pretendere che si trasmetta la sua essenza, la sua emozione? Cosa vuol dire un elenco del genere? E’ solo uno sterile insieme di funzionalità. Si parte da cose per descrivere un’attività. Perché questo è una Gran Turismo: un’auto per fare Gran Turismo. Ma lo riprenderemo inseguito questo concetto, fermiamoci quindi sugli inevitabili attributi che un’auto deve avere per poter sperare di trovare posto nella casella assegnata alle GT.

Le portiere
La line purissima di una 275 GTB4

Se ha più di due portiere è una berlina. Una berlina non può essere una Gran Turismo. Ritornando alla disciplina con cui abbiamo aperto l’articolo, è evidente che sillogisticamente una Gran Turismo non può che avere due porte. Ovviamente ciò è fermamente connesso al desidero di ottenere una linea pulita, elegante, che non si preoccupi delle teste dei passeggeri posteriori: bassa e filante. Queste sono le parole adatte alla linea di una GT. Sfortunatamente queste due lettere sono state indicate per tutta una serie di auto che GT non sono, pensiamo alla recente Porsche Panamera GTS: non è una gran turismo. E’ una magnifica berlina, una anche molto sportiva, ma non una Gran Turismo, per un semplicissimo motivo: fa qualcosa in più di quel che una GT deve fare: è comoda per i passeggeri posteriori.
E da ciò che abbiamo appena detto al prossimo punto il passo è breve.

I sedili posteriori
L’Interceptor è un ottimo esempio di GT con ampio spazio per passeggeri e bagagli

Devono essere piccoli, di fortuna. Una Gran Turismo è un’auto per due persone, al massimo si può usare in quattro per uscire a cena. Non solamente per un discorso di comodità, ma per i bagagli. Infatti a differenza di una supercar, una GT è pensata per garantire un viaggio veloce e comodo, ovviamente con valige al seguito. Valige che non basterebbero per quattro persone. Magari per un bambino, o anche due, se non stanno male con l’inevitabile guida sportiva che dovrebbe accompagnare un viaggio del genere. Del resto è questo il motivo per cui la configurazione in genere adottata su auto come questa, e pensiamo anche a sportive come la 911, è quella 2+2, dove i sedili posteriori sono più spesso utilizzati come un ulteriore bagagliaio. Gli illustri esempi non mancano di certo, giusto per citarne uno, la Ferrari 330 GT 2+2.

I Bagagli

Legato al punto precedente è ovviamente la questione delle valige, pensiamo a un bel weekend diretti in qualche storica località guidando un’agile 300 SL. Non un’auto a caso: una vettura particolare, da un tempo in cui una GT era anche l’auto più veloce del mondo, nonché derivata da una delle più straordinarie vetture da corsa. Perché la citiamo ora? Perché è uno dei migliori esempi di set di valige fatti su misura, bellissimi, in genere di pelle rossa o blu, sagomati per riempire perfettamente il lunotto posteriore. Elegantissimi. Certo, anche Pagani fa sempre bagagli su misura, e così fece anche McLaren per la sua F1, erano forse GT? Lo scopriremo nel prossimo paragrafo

La Versatili
Una 250 GT Boano, adatta alla pista, ai rally e ai tour. Anche in condizioni avverse

No, non lo erano. Per un semplicissimo motivo, una GT deve poter rispondere affermativamente a questo domanda: può correre un rally? Il motivo è subito spiegato: è relativamente facile realizzare una vettura da corsa che possa realizzare il tempo più veloce in pista, più difficile è renderla un’auto apprezzabile anche se un lungo viaggio. Ancora più difficile è avere un’auto che, trovandosi davanti a una strada sterrata, sappia arrivare dall’altra parte tutta intera. Non pensate di correre in campagna? Preferite la città e una bella macchina che faccia girare la testa ai passanti? Allora la domanda cambia leggermente e diventa: è possibile uscire agevolmente da un garage a più livelli? Senza toccare col muso si intende, è piuttosto fastidioso lasciare per terra una grattugiata di carbonio.

Il Motore

Non può che essere un gran bel motore. Non così rumoroso da dare fastidio durante il viaggio, ma in grado di emozionare. Insomma deve poter strappare un sorriso a pilota e passanti. Solitamente, praticamente sempre, è anteriore, sia nel passato che nel presente. Pensiamo ad Aston Martin che ha sempre prodotto vetture con motore anteriore, dalla DB2 alla DB11. La configurazione anteriore non è ovviamente casuale, permette un ampio bagagliaio, visto che solitamente i sedili posteriori sono assenti o appena abbozzati. Al contrario le supercar e molte sportive moderne hanno solitamente motore centrale e un piccolo bagagliaio frontale, caratteristica questa che mostra chiaramente come la funzione di un’auto sia strettamente legata alla sua forma.


 

Passiamo ora alle due caratteristiche che devono essere racchiuse in ogni Gran Truismo degna di questo nome e che riprenderemo anche in seguito:

Comodità
Interni sobri ed eleganti

Una GT deve essere comoda. Evidentemente una comodità relativa ai tempi in cui viene prodotta: per gli standard moderni una Ferrari 275 GTB non è certamente definibile una vettura di comfort, ma all’epoca era al vertice delle auto con il suo lusso moderato e la capacità di portare i passeggeri dal punto A al punto B nella più assoluta comodità. Certo, non dobbiamo confondere la comodità con il lusso: non stiamo parlando dell’opulenza di una Rolls Royce, ma della sobria eleganza e raffinatezza di una Lancia Flaminia Zagato. Si pensi per esempio al fatto che molte Gran Turismo, dagli anni ’60 in poi, vantavano il cruscotto nero proprio in funzione di una maggiore sportività, traccia della loro abilità in pista in cui occorre evitare i riflessi.

Sportività

Ovviamente una Gran Turismo deve essere una vettura sportiva, adatta alle lunghe percorrenze, ma capace di emozionare mentre macina chilometri su chilometri. Non stiamo parlando di una vettura da corsa dura e pura, ma di un’auto capace di fare divertire il pilota. Non pretendiamo quindi che una Gran Turismo sia anche un’arma da pista, che sia competitiva con le rivali sportive, ma che possa affrontare un giro in un autodromo si. Sopratutto però deve essere in grado di affrontare sportivamente quelle B-roads alternative all’autostrada, in poche parole: deve essere un’auto capace di emozionare anche come vettura da tutti i giorni.


Queste in breve le caratteristiche fisiche di una vettura che spesso, troppo spesso, viene definita Gran Truismo. Ne abbiamo saltata una, perché è la più spinosa: chiusa o aperta? Questo dilemma verrà trattato in altra sede con un articolo appositamente dedicato inserito in un percorso atto a descrivere la storia e l’evoluzione del ruolo delle GT. Nel prossimo articolo ci concentriamo invece sulla differenza, marcata o meno, tra Gran Turismo, auto sportiva e supercar.