In questo articolo della serie dedicata alle Gran Truismo vogliamo affrontare ancora un problema di catalogazione, volto a definire i confini tra le GT, le sportive e le supercar, spesso sfumati e difficilmente distinguibili sulla carta, pur essendo lampanti vedendo le vetture per strada
Qual è dunque la differenza tra una vettura sportiva, una GT e una supercar?
Domanda difficile… Ognuno ne darà una risposta differente, ma noi, non scoraggiati, daremo la nostra.
Come abbiamo già più volte detto, a differenza delle altre due, la definizione di GT non si dovrebbe riferire tanto a caratteristiche fisiche dell’auto, quanto all’attività che si vuole con questa intraprendere. Questo è evidente anche dal fatto che la sigla GT è stata utilizzata impropriamente da moltissime case automobilistiche proprio in virtù del fatto che non esistono criteri oggettivamente misurabili per definirla.
Fondamentalmente possiamo riassumere le caratteristiche delle tre tipologie con questa frase:
Una Gran Turismo serve per rendere un viaggio in auto emozionante, una sportiva serve per divertirsi per brevi tratti e una supercar per farsi vedere (e correre).
Adesso sostituiamo le categorie con alcuni esempi:
~ La Ferrari 275 GTB serve per rendere un viaggio in auto emozionante, è tuttavia evidentemente è capace anche di divertire -e parecchio- nonché di attirare l’attenzione con un design sopraffino e -la storia insegna- di ottenere grandissimi risultati anche lanciata in pista.
~ La Lotus Evora serve per divertirsi per brevi tratti, ma anche per andare forte in pista per poi tornarsene a casa senza rimorchi o altri trasportatori, ma non è l’auto ideale per un lungo viaggio on the road…
~ La Lamborghini Countach serve per farsi vedere. Poco da aggiungere. Un design mozzafiato, ma non proprio una buona, mediocre o perfino decente comodità: ricordiamo che per parcheggiare a S occorre alzare la portiera per poter vedere dietro, vista la quasi inutilità del periscopio…
Certamente una distinzione drastica questa, ma un nodo gordiano come quello delle definizioni delle auto bisogna affrontarlo così o non se ne esce più, come Alessandro Magno: con un taglio netto. Poi certo, la realtà è fatta di sfumature e non esiste lama così affilata da non comportare qualche sbavatura, anche nel taglio più preciso. Dove la mettiamo per esempio la 911? È ovviamente una sportiva, anzi LA sportiva, ma è più che adatta a qualunque viaggio. Senza contare le innumerevoli vittorie in pista, seconda solo alla Bugatti T35. Se non vogliamo risolvere il nodo filo per filo elencando ogni auto prodotta e il mondo a cui appartiene, conviene tornare indietro di qualche riga, e di un articolo: le sportive, e anche qualche supercar, possono essere GT se possiedono tutte le citate caratteristiche fisiche E la capacità di rendere piacevole un viaggio. Una Ferrari 599 GTB sa far tutte queste cose. Potrebbe avere difficoltà sullo sterrato, ma se non ne avesse sarebbe un fuoristrada e non una GT.
Tuttavia, se assumessimo che l’essere una Gran Turismo preveda, accettate le poche necessarie condizione di cui sopra, l’essere in grado di affrontare una strada, praticamente tutte le auto sarebbe GT: è ciò per cui sono fatte del resto. È quindi cosi? Decisamente no. La sopracitata Evora non è una gran turismo, come potrebbe esserlo? Si scenderebbe con la schiena completamente distrutta, sorridenti forse, ma distrutti. Occorre ricordarsi che il viaggio deve essere piacevole anche per il passeggero.
Pensiamo ad altre due auto curiose: Morgan e Catheram. Non importa il modello. Due piccoli produttori Inglesi, classici garagisti, che non fanno auto propriamente comode, ma è evidente che per quanto sia possibile fare Milano-Parigi in entrambe, con una Morgan sarebbe più comodo che con una Catheram, nonostante il legno. Non solo per le valige, ma anche per la più stabile copertura e ovviamente per la comodità dei sedili. Ora, è evidente che una Morgan non sia una gran turismo -tranne probabilmente la Aero– ma che possa fungere perfettamente da Gran Turismo è pacifico.
In breve: si può fare Grand Touring con auto che non sono Gran Turismo. Insomma si può viaggiare. Però come abbiamo già detto, il termine GT si applica a un insieme più ristretto di auto, che oltre a possedere tutte le caratteristiche fisiche necessarie e la capacità di valicare le Alpi senza uccidere il pilota, possiedono qualcosa in più: uno stile posato, elegante, sobrio. Ovviamente riferito al periodo in cui viene costruita. La Morgan non era una gran turismo neppure nel ’36. Lo era una Bugatti 57 per esempio, o una bella Mercedes, ma usare riferito a quegli anni il termine GT sarebbe probabilmente improprio. Quindi per quanto sottile, la sottile linea rossa tra auto sportiva e GT esiste, è sempre percepibile e -sfortunatamente- non ben descrivibile.
Un fallimento quindi? Più o meno: ora abbiamo un nuovo elemento che discrimina l’essere o meno una GT, vale a dire che non c’entra quasi nulla con l’essere o il non essere una sportiva o una supercar. E questo per un semplice fatto, già ripetuto: a differenza delle altre due definizioni, basate su caratteristiche fisiche-oggettive, la definizione di GT si rifà maggiormente alla capacità di rendere un’attività, altrimenti noiosa, gradevole e divertente per pilota e passeggero.
Ci permettiamo però un ultimo punto: pur essendoci sportive e supercar che non sono Gran Turismo, è evidente che una GT debba essere per forza un’auto sportiva o una supercar, a causa degli elementi fisici che gli sono richiesti, prestazioni e sportività in primis.