Questo non vuol essere un articolo che si occupi approfonditamente di una delle più strepitose/grandiose/gloriose auto di tutti i tempi, ma vuole semplicemente constatare i motivi per cui è anche la migliore tra quelle acquistabili. Ovviamente il criterio non si baserà su quanto una tipo 35B del ’29 sia adatta per essere una prima auto da città, ma come seconda auto in generale. Certo, chi ha una Bugatti del genere probabilmente ha anche -parecchie- altre auto, ma facciamo finta di niente: in garage avete già un’auto grigia e noiosa e dovete cercarne una per il week-end.
1 ~ E’ emozionante
Sfrecciare a 200 km/h in circuito è certamente un’esperienza incredibile, ma probabilmente anche veleggiare a settanta all’ora in campagna non deve essere male. Il parabrezza praticamente assente e i due posti secchi non possono che fare sorridere pilota e passeggero -moscerini permettendo- e la guida non può che essere energica e potente, l’auto è si piccola, ma comunque lunga 3,6 metri, con un peso di circa 750 kg: senza aiuti di alcun genere anche solo sterzare non è sempre scontato.
2 ~ E’ coinvolgente
Per i motivi esposti sopra è un’auto che coinvolge pienamente il pilota in ogni momento, non ci si annoia mai su una vettura del genere, sarebbe troppo pericoloso. Con la capacità di essere veloce in ogni contesto e situazione -e lo testimonia il palmares che passa dai gran premi alle cronoscalate- è una vettura che, se domata, garantisce prestazioni a tutto tondo, a patto però di trattarla con rispetto e di calarsi nei panni di piloti d’altri tempi.
3 ~ E’ indistruttibile, o quasi
E sopratutto la si aggiusta con martello e chiave inglese, attrezzi sempre presenti nelle borse appese un po’ ovunque sulla macchina durante le gare di regolarità. La meccanica tutto sommato semplice permette anche a un non meccanico di cimentarsi nella manutenzioni ordinaria e nel sistemare alla bene e meglio inconvenienti che possono capitare per strada
4 ~ E’ un passpartout
Che sia a Goodwood o a Villa d’Este la T35 è sempre a proprio agio, è una di quelle auto che del proprio proprietario dice semplicemente: è un appassionato. E non è una sciocchezza, il rischio di sembrare esagerati a un evento d’eleganza -pensiamo alle grosse Bentley e Mercedes del periodo- è sempre dietro l’angolo, come quello di apparire come damerini in Rolls Royce a una competizione sportiva. Questa Bugatti -ma forse è un tratto comune a tutte le Bugatti- ha l’indubbio vantaggio di sentirsi sempre a proprio agio
5 ~ E’ un’opera d’arte
Ettore Bugatti sapeva il fatto suo e quest’auto ne è uno dei più fulgidi esempi: l’idea che un’auto da corsa debba essere bella -celebre il motto art forme techinque- si adatta perfettamente alla 35 e in generale a tutte le Bugatti da corsa anni venti e trenta. Ogni dettaglio di questa splendida vettura può essere considerato a parte come oggetto di design, ogni singolo lastra, bullone e ingranaggio è esattamente come deve essere.
6 ~ E’ l’auto che ha più vinto nella storia
Punto. Che fossero i già citati gran premio o cronoscalate, la 35 era una bestia anche a confronto con i giganti del periodo o le velocissime italiane. Non poteva essere fermata, univa agilità in curva, capacità frenante -allora più che mia critica abilità- e accelerazione a una maneggevolezza unica per il periodo. Vinse il primo GP di Monaco e questo basti a considerarne il valore.
7 ~ E’ bella anche, e sopratutto, se sporca
Come alcune -ma non tutte!- auto da corsa del periodo la patina le dona: un po’ di fango sulle ruote, la polvere sul cofano, qualche leggera ammaccatura alla carrozzeria rende quest’auto certamente più interessante. Del resto la millemiglia non si faceva certo su strade asfaltate, e neppure la Liegi-Roma-Liegi. Per non parlare di qualche raid da gentleman driver nel bel mezzo del deserto. Comunque, sebbene la storia dietro ogni macchia possa essere interessante, occorre ricordarsi che a tutto c’è un limite: presentarsi in partenza come se si avesse già corso le 48h del Nurburgring con la pioggia non è certo elegante.
Ed ora i motivi che possono spingere a non comprare questo gioiellino, sta poi al lettore soppesarli e dirci se secondo lui siamo di fronte alla migliore seconda auto del mondo o meno.
1 ~ È costosa. Parecchio
Delle diverse versioni della 35, la più economica è la A, che costa comunque la bellezza di 500.000€, mentre la più costosa è ovviamente la B, somma evoluzione e apice del modello, che tocca agevolmente gli 3 milioni. A ben vedere però il prezzo non è così elevato se paragonato alle ormai costosissime Bentley e Mercedes, ma anche le Talbot e le Delahaye, che pur avendo vinto meno riescono a superare anche i 2 milioni.
2 ~ E’ costosa da mantenere originale
In auto come queste o si sceglie la customizzazione, l’effcienza, laffidabilita e la performance, o si punta tutto sull’originalità. La seconda può portare con se la sopracitata patina, che su queste auto è -come detto- un plus che le rende eccezionalmente affascinanti. Se la manutenzione ordinaria può essere economica, la spesa per i pezzi di ricambio può essere veramente esorbitante per quelli ex nuovo e quasi impossibile per quelli originali, qualcosa da tenere a mente prima di gettarsi nella mischia della LeMans Classic.
3 ~ E’ aperta, sempre
A parte qualche rarissimo esemplare dotato di capote di fortuna, la tipo 35 è un’auto scoperta, completamente esposta alle intemperie e senza alcuna protezione, non è certamente la scelta migliore in inverno. Inoltre è celebre per la risposta di Patron il problema dell’accensione col freddo, Bugatti rispose: chi può permettersi una Bugatti può certamente permettersi un garage riscaldato. Dunque si riveda al punto sopra, perché non sempre la manutenzione di quest’auto può essere economica.
4 ~ Può essere pericolosa
Sfortunatamente solo pochi anni fa un incidente costo la vita al pilota durante una gara di regolarità. A differenza -normalmente- delle auto moderne, gli incidenti con auto del genere non dipendono solo dal pilota, ma dall’auto stessa. Componenti originali possono essere stati soggetti a usura in più di 90 anni di esistenza e anche componenti moderni sono spesso sottoposti a sforzi molto elevati e per tempi prolungati durante le competizioni storiche. L’attenzione va posto sopratutto durante gare e raduni: certamente in questi fasi anche la manutenzione ordinaria è bene lasciarla ai meccanici esperti.