Nonostante il nome, l’azienda di cui trattiamo oggi è italianissima, anzi della città per eccellenza dell’auto italiana: Torino. La FAST, acronimo di Fabbrica Automobili Sport Torino, ebbe vita breve, appena cinque anni, ma fu una dei migliori costruttori dei primi anni venti ed è un vero peccato che della sua scarsa produzione, stimata in appena 100 esemplari, nessuno sia giunto fino a noi.
L’azienda viene fondata nel 1919 da Arturo Concaris in seguito alla riconversione di una sua precedente impresa, la FIMA -Fabbrica Italiana Motori Aviazione- con cui aveva realizzato motori su licenza Hispano-Suiza e Gnome et Rhone durante la guerra. Non sappiamo se fu la collaborazione con la prima a convincere Concaris a realizzare vetture in proprio, tuttavia già nel ’19 poteva iniziare la costruzione di alcune automobili da competizione che riportarono discreti successi. La FAST Uno, con motore a quattro cilindri da tre litri, era un’ottima vettura per le competizioni in salita italiane, due FAST conquistano primo e secondo posto alla Parma-Poggio di Berceto del 1920, mentre l’anno successivo ottennero il massimo risultato alla Susa-Moncenisio e alla Aosta-Gran San Bernardo.

Nel 1922 l’azienda rischia già la bancarotta. Viene salvata da Alberto Orasi che vi aggiunge il proprio nome e affianca alla produzione di vetture da corsa quella di automobili di tipo turistico, sviluppando quindi la FAST Due. Questo modello era disponibile in due versioni: la Due S, con motore da 75 cv e velocità massima superiore ai 12 km/h, e la Due T, con motore di 58 cv e una velocità massima di circa 100 km/h. Si trattava in entrambi i casi di vetture molto costose, il cui solo chassis costava circa 60.000 lire dell’epoca e il successo commerciale non arrivò. Dal punto di vista competitivo, nonostante alcuni buoni risultati come il terminare la Targa Florio del ’24, mancarono i successi dei primi anni e l’azienda si sfaldò rapidamente, chiudendo i battenti nel 1925.