Milano Autoclassica 2020

All’edizione 2020 di Milano Autoclassica va senza dubbio riconosciuta un’enorme dose di coraggio. Organizzare un evento di questo livello in un periodo non proprio facile come quello attuale richiede capacità che poche fiere possono vantare. Certo, i numeri dell’evento non potevano essere quelli degli scorsi anni: molti stand mancavano (su tutti Rossocorsa, ma anche il concessionario inglese Vintage & Prestige) e le auto in vendita non erano numerose come al solito, anche se il livello si è mantenuto buono.

Come ogni anno si è assistito a una prepotente scalata da parte di youngtimer e sportive, anche recentissime, mentre sono state solo una manciata le vetture anteriori alla guerra. Pochissime anche le auto degli anni ’50 e ’60, con alcune notevoli eccezioni: se tra le auto in vendita si è assistito a una notevole penuria, l’esposizione ha certamente riparato a questa mancanza.

Partiamo come sempre dal trio che apre la fiera, quest’anno tutte in rosso. La reginetta è stata una Maserati 250 S/F del 1954, un’auto eccezionale che poteva vantare un motore derivato direttamente dalle corse di F1. Alle ali della vettura del tridente una Ermini 357s e una Osca MT4, unico esemplare con motore 1100 cc. Tutte e tre magnifiche auto, ma salta subito all’occhio che si tratta di vetture che non sono nate per starsene ferme: sarebbe stato molto apprezzabile almeno accenderne i motori.

Tra gli stand dei produttori una menzione speciale va fatta a Pagani che, forte di una Huayra roadster e di una Zonda Roadster S, è probabilmente il costruttore che ha catturato maggiori attenzioni. Degni di nota anche Bentley e McLaren (con una magnifica 720S), ma probabilmente lo stand di maggiore interesse è stato quello Lamborghini: un viaggio che dalla 400GT ha portato fino all’Aventador SV. Alpine si sforza come ogni anno, portando diverse vetture nuove e una bella A110, che rimane l’auto più bella tra quelle dello stand.

Straordinarie la celebrazione per i 90 anni di Pininfarina, le splendide auto presenti avrebbero forse meritato più spazio: che senso ha fare una retrospettiva su un carrozziere e non poter girare intorno alle vetture? Ovviamente diamo il primo premio alla 275 GTB e la menzione d’onore alla Sergio. Magnifica auto anche allo stand ASI, un’Alfa Romeo 6C 2500 SS coupé, probabilmente uno dei capolavori di Pininfarina, dalla linea netta e sinuosa insieme. Per chi preferisce immaginarsi nella fiera siamo circa al centro del primo padiglione, davanti a una immensa Lancia presidenziale, sulla cui verniciatura abbiamo grossi dubbi… si arriva quindi all’esposizione centrale, dedicata alle vetture da Rally, dove Lancia la fa ovviamente da padrone: Stratos, Delta, 037, ma anche una Fiat 131 e una Renault 5 maxi Turbo. Una bella esposizione con lo spazio adatto ad ammirare le vetture, forse sarebbe stato meglio posizionare qui la mostra di Pininfarina. La mancanza di Rossocorsa si è fatta sentire, ma è stata in parte colmata dalla presenza di una magnifica 166 Inter carrozzata da Touring, esposta nello stand del museo Ferrari. L’istituzione emiliana ha portata anche una bella Dino 246 Tasmania, con un bellissimo motore totalmente scoperto. Infine, occorre citare le due fuoriserie portate dalla collezione al centro dei festeggiamenti per i 110 anni di Alfa Romeo, una magnifica 6C 2500 sport cabriolet di Pininfarina e una straordinaria 6C 2500 SS Villa d’Este, curiosamente non l’unica della fiera.

Tra le auto in vendita segnaliamo prima di tutto un’Alfa Romeo 6C in vendita da Daniele Turrisi, un’auto incredibile con una carrozzeria bianca su cui si stagliano i tre iconici copri fari rossi. Sicuramente in cima alla lista dei desideri. E dei prezzi. Un’altra auto molto interessante -ma venduta il sabato- appartiene a tutt’altra classe: una Appia del ’53, venduta per poco più di 8.000 €, un esemplare in grigio, molto bello e, sembrava, piuttosto originale. Interessante anche un Puch degli anni ’90, versione più spartana e militare della prima serie del G-Wagen. Molto interessanti anche bella Rolls Royce Silver Cloud II, non economica a 48.000 € ma sempre poco per quel che vale. Lo stesso si può dire per due magnifiche inglesi, una TR2 e una superaccessoriata -troppo?- XK120.

Nel complesso una bella edizione, per cui bisogna soprattutto ringraziare l’organizzazione che ne ha permesso lo svolgimento. Se non si è potuta avere la stessa quantità di auto in vendita degli anni passati -ma in parte questo è stato riparato da un maggiore uso dello spazio esterno- la qualità è probabilmente cresciuta. In particolare sono stati molto apprezzati gli incontri con i collezionisti e gli esperti, prova che anche in questi tempi nulla può far venire meno la voglia di condividere la propria Passione.


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