Sette Bugatti a Parigi ~ T13

Come ogni anno Febbraio, anche quest’anno Parigi egemonizza il panorama automobilistico d’epoca con il suo prestigioso salone di Rétromobile. Nei decenni l’evento è cresciuto in maniera significativa e, nonostante alcune oscillazioni negli ultimi anni, il 2019 si è chiuso con un numero record di spettatori: ben 132.000. Come in tutti i saloni la crescita ha portato anche a un proliferare di eventi paralleli che ne hanno accompagnato lo sviluppo in un circolo virtuoso che Parigi ha saputo ben sfruttare. Tra le molte aste che accompagnano l’evento si distingue quella organizzata da Bonhams, tenuta in una location d’eccezione come il Grand Palais e il nome dell’evento non poteva che essere Les Grandes Marques du Monde au Grand Palais.

Dell’edizione 2020 della prestigiosa asta vogliamo parlare di sette vetture in particolare, accomunate dal fatto che appartengono a una delle più famose Grandes Marques, ovviamente parliamo di Bugatti, nello specifico le vetture che andranno all’incanto sono:

1913 Bugatti Type 13 Sports

1922 Bugatti Type 23 Torpedo Sport

1925 Bugatti Type 39 Grand prix Racing Two-Seater

1927 Bugatti Type 40 ‘Grand Sport’ Roadster

1931 Bugatti Type 55 Two-Seat Supersport

1938 Bugatti Type 57 Atalante Coupé

1939 Bugatti Type 57C Stelvio Cabriolet

Iniziamo il percorso della serie trattando la prima vettura in ordine cronologico, ma sorprendentemente anche economico, tra le sette sorelle, vale a dire la type 13. Trattandosi della prima vera Bugatti realizzata da le patron Ettore in totale autonomia, si potrebbe pensare che la cifra da raggiungere sia considerevolmente più alta, e in effetti sarebbe così, se non fosse che nello specifico stiamo trattando un esemplare che di originale ha tutto sommato ben poco. Buona parte dello chassis e tutta la carrozzeria sono realizzazioni recenti, Buona parte della seconda è stata realizzata a partire dal 2007 e nel 2015 ne è stata commissionata qualche modifica, come lo spostamento del freno a mano fuoribordo e lo spazio per i bagagli nel posteriore. Tra le parti originali più importanti -anche se non tutte appartenenti alla stessa vettura- possiamo citare l’asse anteriore, capolavoro di ingegneria e opera d’arte per la semplicità e l’eleganza che quel pezzo d’acciaio può vantare-, la colonna dello sterzo e le ruote a raggi non rimovibili. Originale è anche la componente più importante, il cuore della vettura, un motore che reca un numero decisamente basso, anche per un piccolo produttore come Bugatti: 155. Con i suoi quattro cilindri e una capacità di 1.327 cc, non è certo il motore che ci s’immagina ai giorni d’oggi pensando alle Hypercar  della casa -ma ricordiamo che la Bugatti Royale aveva cilindri da 1,5 litri l’uno- ma è la base da cui le Patron ha sviluppato tutte le Bugatti degli anni ’20, fino alla rivoluzionaria 35. E per l’epoca era già piuttosto avanzato

L’auto, o le sue componenti, sono passate nel tempo tra le mani di numerosi collezionisti e anche dopo il suo ri-assemblamento -con una seconda nascita a partire dagli anni duemila- ha avuto modo di essere protagonista in numerosi eventi, tra cui Techno Classica di Essen, Époqu’Auto di Liopne e ovviamente a Rétromobile. Sebbene non si possa parlare di Bugatti al 100% è innegabile il fascino di questa vettura che può essere Vostra alla cifra, tutto sommato modesta per un’automobile del suo lignaggio, di 190.000 €, la quotazione è infatti compresa tra questa cifra e i 240.000, che sembrano più realistici. Del resto, se in un lotto dovesse figurare il suo solo motore, pensiamo che gli appassionati di La Marque se lo contenderebbero ben al di sopra dei cinque zeri.

Si ringrazia Bonhams per le fotografia della vettura


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