Sei Ferrari (più una) a Mantova

In occasione del Gran Premio Nuvolari di Mantova si è radunato il bel mondo delle corse storiche di regolarità; e quando si usa l’espressione bel mondo non si può che pensare al Cavallino rampante di Casa Ferrari. Ben sei vetture hanno rappresentato il famoso marchio durante questa splendida competizione, vediamo quindi nel dettaglio le auto del Drake in corsa.

Ferrari 375 MM

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Con una potenza di 340 cavalli e un DNA molto sportivo ci sarebbe parecchio da dire su questa bellissima Ferrari. Sorella della più civile 375 America e figlia della 375 F1, quest’auto è un vero caposaldo nella storia Ferrari, sia per le agili barchette in lega dall’alluminio -come quella presente quest’anno- sia per le bellissime berlinette due posti, senza dimenticare le favolose one-off da strada. La mascolinità delle auto anni ‘50, perlomeno per buona parte di quelle europee, é qui evidente in tutta la sua forza e coerenza: la linea laterale è un esempio senza tempo d’equilibrio e di completezza, come la chiusura necessaria di una melodia. La potenza é elevatissima per un’auto del 1953, l’handling sarà incredibile e quanto ai freni, beh basti dire che sono a tamburo, ma siamo sicuri che il fortunato equipaggio si sia divertito parecchio al volante di questa vettura veramente eccezionale.

Ferrari 250 MM

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Naturale seguito della 250 S, dalla cui vittoria alla MilleMiglia del 1952 eredita il nome, quest’auto, pur avendo fatto la storia del design automobilistico, non ha conseguito i successi delle auto sue contemporanee e ha sofferto la competizione delle altre vetture della casa, pur conquistando diverse gare con alla guida i maggiori gentleman-driver dell’epoca. La linea della barchetta, disegnata da Michelotti e carrozzata da Vignale, è semplicemente indimenticabile, con i grandi fari incassati nella carrozzeria e le splendide prese d’aria laterali. Con i suoi 240 CV non può forse competere in pista con la precedente vettura Ferrari che abbiamo elencato, ma siamo sicuri che sceglierne una per correre una bella gara di regolarità sia molto molto faticoso…

Ferrari 250 Europa

Pensata come testa di ponte per il commercio delle grandi GT sul mercato Europeo, si differenziava dalla 375 America per il motore più piccolo e il peso inferiore, il telaio era invece molto simile. La potenza si ferma a 220 CV, ma le prestazioni sono molto elevate per l’epoca, specialmente se si considera il fatto che questa vettura sia la prima GT di lusso con una produzione relativamente elevata per la casa del Cavallino. Sicuramente l’equipaggio si sarà goduto un gran bel viaggio tra alcune delle città più belle in Italia, a bordo una vettura che ha fatto la storia del Grand Touring.

Ferrari 330 GT 2+2

Questa 330 prima serie, riconoscibile dai fari anteriori doppi, rappresenta una delle prime Ferrari di massa, prodotte in numeri elevati pur mantenendo le classiche prestazioni e caratteristiche Ferrari. Spicca rispetto alle auto precedenti del Cavallino la configurazione a 4 posti comodi, che garantisce a questa vettura l’abilità di competere con le auto di lusso europee, Bentley in primis. La potenza di 300 CV garantiva -e garantisce- prestazioni di primissimo piano e rende quest’auto estremamente versatile e adatta a lunghi tragitti e a gare di regolarità su più giorni.

Ferrari 275 gts

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Bellissimo esemplare in rosso Borgogna, questa superba cabriolet del 1965 è un vero gioiello sia per il numero bassissimo di esemplari prodotti, poco più di un centinaio, sia per il design, uno degli ultimi stili anni ‘50 prodotti dalla Ferrari, già in quel periodo orientata alla transazione verso uno stile più squadrato, come testimoniano design contemporanei, anche presenti in questa lista. Sono numerosi i richiami più o meno esplicita alla California, celebre e precedente modello aperto della Ferrari. Va tuttavia sottolineato che a differenza della Berlinetta, disegnata da Pininfarina ma carrozzata da Scaglietti, la carrozzeria della cabriolet veniva battuta e assemblata direttamente negli stabilimenti Farina. Con una potenza di 260 cavalli, l’auto possedeva anche una buona potenza, inferiore di 20 cavalli alla Berlinetta, ma sufficiente a farle superare comodamente i 200 km/h, arrivando a lambire i 250. Del resto il cliente a cui era rivolta questa splendida vettura era sì sportivo, ma che non voleva perdere nulla sul lato del comfort e della piacevolezza alla guida.

Ferrari 365 GT

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Nel 1967 Ferrari propose questa vettura come risposta alla crisi che per la prima la stava affliggendo: la fine dei gloriosi anni ‘50 e delle grandi GT dei primi anni ‘60. I gentleman driver erano sempre meno e la concorrenza che da tutte le parti -dalla berline sportive di Mercedes e BMW alle supercar di Lamborghini e Iso- affliggeva le vendite metteva a repentaglio la leadership del Cavallino. Pur muovendosi da basi solide -design della 500 Superfast e configurazione 2+2 della 330 GT- la 365 prometteva maggiore lusso, prestazioni più elevate grazie a 320 CV e modernità, sempre che la s’intenda come un valore.

Dino 246 GT

Pur non essendo -perlomeno nel nome- una vera Ferrari, non possiamo che citare anche questa bellissima Dino tra le Rosse presenti in gara. L’allegro V6 da quasi 200 cavalli basta a spingere la vettura a più di 200 km/h e lo scattante 0-100 in 7 secondi esprime l’anima vivace di un’auto che finalmente sta vedendo riconosciuto il proprio valore. Possiamo dirci sicuri che nelle strette strade delle città italiane, l’agile Dino sia una scelta migliore rispetto ad alcune delle grandi sorelle sopra descritte, inoltre il design senza tempo di questo bellissimo coupé sembra ringiovanire col passare degli anni.


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