Villa d’Este 2025, le migliori auto

Tra le notevoli auto presenti quest’anno -ma siamo ancora lontani dai livelli del 2023- ecco le nostre preferite classe per classe. Mentre per alcune siamo piuttosto allineati ai risultati ufficiali del Concorso, per altre abbiamo decisamente idee divergenti…

CLASS A: Glorious Excess: The Evolution of the ‘Money no Object’ Motor Car, 1920-1940

Duesenberg SJ, Sweep Panel Dual Cowl Phaeton, La Grande, 1933
Duesenberg J, Sports Sedan, Weymann American, 1929

Sul vincitore della prima classe non abbiamo neppure noi alcun alcun dubbio: una splendida Dual Cowl Phaeton è un’auto davvero difficilmente battibile per presenza e ovviamente potenza, specialmente un’esemplare così ben conosciuto e dalla storia tanto interessante. La Mexico city car ha quindi meritato la best of class. Sulla seconda Duesenberg, per quanto magnifica, abbiamo invece qualche dubbio, avremmo infatti preferito la splendida Alfa Romeo 6C 2500 SS Tipo 256. Notevolissime anche la Packard e la Bugatti, pur essendo molto sobria per essere una Saoutchick, mentre gli interni più spettacolari sono stati certamente quelli della Lancia Astura.


CLASS B: Sculpture in Motion: The Decade of the automotive Arms Race, 1928-1938

Alfa Romeo Tipo B (P3), Monoposto da Gran Premio, Alfa Romeo, 1934
Bugatti Type 59, Roadster, Bugatti, 1933

E qua iniziamo a divergere rispetto ai vincitori ufficiali… a mani base crediamo avrebbe dovuto vincere la straordinaria Alfa Romeo 8C 2900 MM, capolavoro di Touring restaurato una decina di anni fa e appartenente alla collezione di Ralph Lauren. A seguire la lotta serrata tra la SSK e la T59 ci farebbe propendere maggiormente per la seconda, mentre l’Alfa Romeo Tipo B, pur essendo vincitrice del Trofeo BMW e storicamente una delle più importanti vetture in mostra, manca di quell’eleganza necessaria anche a un’auto da corsa per poter vincere a un Concorso d’Eleganza.


CLASS C: Renaissance: The Post-War European Sports Car comes of Age

Ferrari 212 Export, Cabriolet Vignale, 1951
Ferrari 275 GTB, Coupé, Ferrari, 1965

Grande classe questa, con la Ferrari 212 che ha certamente meritato la vittoria, mentre la Bugatti 101 è risultata la più interessante. Per le altre auto, notevole la Siata e sempre splendide 275 GTB e 300SL.


CLASS D: Titans of the Track: When the Boss says “Let´s race!”

Ferrari 250 Monza, Barchetta, Scaglietti, 1954
Ferrari 121LM, Racing Spyder, Scaglietti, 195

Ecco una classe che invece capiamo poco. Bellissime auto, soprattutto la E-Type Lightweight, ma non è in un evento di questo tipo che si possono apprezzare al meglio le notevoli vetture esposte. Sul vincitore poco da dire, ma forse alla 121 avremmo preferito la 375 MM.


CLASS E: Frozen in Time: Preservation ‘Time Capsules’ from 1900-1973
which have survived in unrestored State

Ferrari 330 GTC, Two Seater Coupé, Pininfarina, 1967
Dino 206 GT, Coupé, Scaglietti, 1968

Ogni tanto la mania della conservazione prende troppo piede ed eccoci in una classe che occupa settant’anni di storia, con l’unico trait d’union dello stato originale. Una sorta di classe jolly che accorpa auto difficilmente paragonabili: una Rolls Royce 20 HP cosa ha a spartire con Monteverdi?


CLASS F: “Go Big or Go Home”: Automotive Excess of the ‘80s to the new Millennium,
when nothing seemed too fast, expensive or bold

Bugatti EB 110 GT, Coupé, Bugatti, 1993
Ferrari F40 GTE, Berlinetta, Michelotto, 1995

Ecco una classe che ogni anno avanza sempre più. Ormai il concetto di hypercar è quel che più conta anche a un concorso che vuole essere riconosciuto come il più tradizionale in assoluto. Del resto, anche l’Alfa vincitrice è, sotto certi aspetti, una hypercar della sua era. Personalmente avremo preferito veder coronata la CLK GTR, un esemplare tardo, addirittura del 2005 – neppure d’epoca!- spettacolare con i suoi interni tartan verdi.


CLASS G: Vanishing act: Gone but proudly not forgotten

Talbot Lago T 26 Grand Sport, Fastback Coupé, Saoutchik, 1948
Siata 208 CS, Spider Corsa, Bertone, 1952

Niente da dire, l’opera di Saoutchick in questo caso si vede eccome: colori audaci, forme spinte al limite, interni appariscenti. Anche la Siata era spettacolare, un piccolo gioiello. Ma va detto che questa, insieme alla A e alla H, è stata la classe on livelo medio più alto: da notare anche una Iso Grifo A3, una rarissima Pegaso Z 102 alleggerita e la magnifica Serenissima 308V. Interessante, ma piuttosto sterile, anche la OSI con le sue forme da catamarano.


CLASS H: Style matters: Opulence meets Elegance before Times change forever

Ferrari 410 Superamerica, Coupé, Pininfarina, 1959
Mercedes-Benz 300 SC, Coupé, Mercedes-Benz, 1957

Ecco il gran finale, una classe ricca di vetture iconiche, giustamente vinta dall’elegantissima -e potentissima- Ferrari 410 Superamerica. Certamente non la più bella come carrozzeria, ma indubbiamente la più sopraffina tra quelle esposte. Notevoli anche la 300SC e la Bentley MK VI Cresta. Siamo contenti che abbia riscosso successo tra il pubblico anche la DS21 Le Caddy carrozzata da Chapron, ultimo exploit dell’artista parigino. Troppo americana la Dual Ghia, mentre la 507 -vincitrice a sorpresa della Coppa d’oro- era una bella 507 bianca. Come quella all’asta.


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