Pagani Utopia Roadster: un’altra auto

Lo ammettiamo senza alcun timore: la Pagani Utopia non ci piaceva in foto. Abbiamo pazientato: non ci è piaciuta nemmeno dal vivo. Certo, non ha aiutato lo stato d’animo in cui ci trovavamo a vederla a St. Moritz: alla sfortunata edizione 2024 di The I.C.E non ci siamo goduti neppure la DB4 GT Zagato.

Adesso invece ci comprare senza tetto una delle più belle macchine dell’ultima decina d’anni. Non aspettiamo di vederla dal vivi, lo diciamo subito: è bellissima. Già in passato la Zonda era probabilmente più bella nella versione aperta; mentre la Huayra, complici le portiere ad ala, era sicuramente più bella in versione coupé. Per l’Utopia non c’è semplicemente confronto, la roadster raggiunge un equilibrio che alla coupé, con la pur affascinante posizione dell’abitacolo e ir chiami al passato, manca completamente.

Certo, il color beige chiaro non aiutava, mentre la fibra di carbonio rossa a vista della Roadster è spettacolare già per conto suo -vedere subito la Mansory Stallone del 2013- e soprattutto il disegno dei cerchi è stato decisamente semplificato. Ci pare leggermente diverso anche il musetto, meno sport gente rispetto alla versione Coupé.

Riguardo gli interni, persistono i dubbi riscontrati anche nella coupé, in particolare l’eccessivo barocchismo dei dettagli, fin troppo ricchi tra allumino liscio, lavorato, pelle chiara, pelle scura, intrecciata, carbonio nero, carbonio rosso… ma siamo certi che la personalizzazione offerta dall’Atelier Pagani sia pressoché illimitata e permetta anche un maggiore rigore. Tra le peculiarità più interessanti è sicuramente eccessiva la chiave con la forma dell’auto, bellissima invece la borsa che trova stazione tra i due sedili, così come la sempre spettacolare leva del cambio.


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