FuoriConcorso 2024

Ormai da qualche anno l’evento fondato da Guglielmo Miani, icona dello stile milanese nonché presidente di Larusmiani, è diventato la massima espressione del nuovo approccio al mondo delle auto d’epoca, e non l’ascesa dell’evento non sembra destinata a rallentare.

Quest’anno, con la superficie ridotta notevolmente a causa del restauro di Villa Olmo, è mancata la parte “istituzionale”, solitamente organizzata in collaborazione con importanti partner, negli anni scorsi Porsche e Mauto, ed aperta a tutto il pubblico. La qualità della componente più esoterica ha però ampiamente superato le più alte aspettative, ospitando auto che non avrebbero certo sfigurato sulle terrazze di un celebre Grand Hotel…

Il tema 2024 è stato nientemeno che Britsh Racing Green: tema interessante e che è stato rispettato solo in parte, ma in modo davvero elegante. 

La prima eccezione è subito all’ingresso, con un’esposizione di vetture del massimo campionato automobilistico, non solo inglesi naturalmente, in bella mostra sulla scenografica salita a Villa del Grumello. Arrivati in cima si apre invece una terrazza ricca di auto di pura razza inglese: introdotte da una Ac Ace, hanno fatto bella mostra di sé la celebre Morgan +8 da corsa -in blu francia, però!- una Lola T70, una Bentley Blower, una magnifica D-Type e una spettacolare Mclaren F1.

Dopo questo orgoglio inglese, un po’ nascosta in un bellissimo spazio verde un poco più elevato, la sezione di vetture Koenigsegg ci ha lasciati senza fiato: protagonista anche a Villa d’Este con la CC850, Koenigsegg ha portato la bellezza di cinque auto, tra cui una favolosa One:1 nera e rosa e due bellissime Jesko. Inutile sottolineare che l’ospitalità era pari al livello delle auto.

Nella serra sottostante Porsche, presente solo con auto rigorosamente green –in più di un senso- ha creato un piccolo paradiso. Sicuramente l’allestimento più bello del FuoriConcorso, l’angolo verde di Porsche ha coniugato modelli iconici, novità assolute come la nuova Macan e una cura del dettaglio maniacale, con i campioni di palette dei molti verdi disponibili per la propria auto e componenti del motore adagiati in eleganti composizioni floreali. Davvero ben fatto.

I due passi verso Villa Sucota si trasformano poi in un viaggio onirico tra fiori, Gemballa, viste sul Lario, TVR, canto degli uccellini e Pagani Huayra R. Alla fine del sentiero si giunge al Sancta Sanctorum dell’evento: Aston Martin.
Oltre ad alcune progenitrici del marchio, ancora senza ali, e una bella vettura F1, erano presenti tre capolavori tra cui è difficile scegliere la migliore: DB3S, bellissima con livrea panna e strisce nere, One-77, super GT semplicemente incredibile e una recentissima Valour, auto dalla bellissima filosofia, ma con uno dei cambi manuali esteticamente più brutti mai realizzati.
Ci è invece piaciuta meno la V12 Speedster, decisamente meno riuscita rispetto alle concorrenti negli anni di moda delle barchette. 

Unica pecca dell’evento? L’incredibile coda generata -anche- dalle auto che sul lungo lago rallentavano nella speranza di poter sbirciare un po’ tra i cancelli…


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