Il weekend del Concorso si è concluso, cosa portiamo a casa oltre le bellissime auto, di cui abbiamo già trattato nel precedente articolo?
Partiamo dal Concorso vero e proprio, e in particolare della giornata di domenica.
Sapevamo già che il livello qualitativo ottenuto nell’edizione dell’anno scorso, grazie alle favolose auto esposte, non sarebbe stato possibile da replicare; eppure quest’anno, per la prima volta, abbiamo avvertito un vero cedimento nella manifestazione nel suo complesso. La crescita continua degli ultimi anni ci aveva già portato a storcere il naso, ma il superamento delle dodicimila presenze la domenica (il 20% in più rispetto a qualche anno fa, finendo addirittura i biglietti e rimandando a casa coloro che non li avesse presi online) ha probabilmente rappresentato il superamento del Rubicone per un evento che sta diventando più una fiera che un concorso.
Ovviamente questo discorso non vale per il sabato a villa d’Este, da sempre saturo per numero di auto e di spettatori, ma che tuttavia mantiene il proprio posizionamento, rappresentando ancora uno dei vertici dei concorsi automobilistici mondiali.
La giornata della domenica, al contrario, ha semplicemente perso la bussola: non può rivaleggiare con i grandi eventi americani, e ormai anche europei, non permette più di ammirare le auto serenamente in una delle più belle location al mondo e non attira più solo gli appassionati di queste magnifiche storiche.
Da concorso sta diventando un raduno: la differenza tra le giornata a Villa Erba di sabato e di domenica è semplicemente nella qualità delle vetture esposte e, questo va riconosciuto come uno dei più grandi punti di forza dell’evento, nella sempre impeccabile presentazione delle vetture da parte di Simon Kidston.
Spiace dirlo, ma il colpevole principale di questo scadimento crediamo che sia BMW, che pure tanto ha fatto negli anni precedenti per risvegliare un concorso che nei primi anni duemila languiva, mentre ora sembra al contrario vantare un eccesso di vitalità inutile e artificiale.
Siamo infatti convinti che gli spazi che permettono di organizzare un moderno Concorso d’Eleganza, sul lago di Como semplicemente manchino; il che va benissimo per Villa d’Este, che è tradizione allo stato puro, ma non per Villa Erba.
La situazione peggiora ancora se dell’esiguo spazio disponibile se ne sottrae una buona metà per dedicarla all’allestimento di un auto salone BMW-Mini e un ulteriore quarto per attività quantomeno opinabili quali foodtruck vari e raffazzonate aree gioco per i bambini.
Bisogna semplicemente, ed onestamente, fare due conti: gli immensi spazi verdi dei concorsi americani, bisogna procurarseli piuttosto in un Golf Club, oppure in un parco-giardino di valore artistico, come può essere quello di Monza, o di altre ville che appena oltre la Via Regina certamente non mancano. Non si può invece pensare di allestire un concorso moderno nei tre ettari di Villa Erba, per non parlare del mezzo ettaro di terrazze di Villa d’Este, che però abbiamo già detto essere un evento sui generis.
Giusto per dare dei numeri, solo la buca 18 di Pebble Beach occupa tanto terreno quando i giardini di Villa Erba, mentre Hampton Courts ne ha circa il doppio a disposizione, e nella sola parte dei giardini attualmente utilizzata. Per non parlare poi di Chantilly che usa circa 15 ettari tra giardini, prati e boschi, avendone ancora a disposizione circa il doppio.
Il paragone è impietoso e le soluzioni solo due: o si cambia location (la domenica, ripetiamolo) o si cambia format. Il pubblico della domenica non può essere di dodicimila persone, sia per motivi logistici di traffico e di parcheggi, sia per motivi di godimento dell’evento, lasciato senza sedute disponibili, con i pochi cestini tutti pieni, quasi senza poter ammirare le auto. Queste ultime, protagoniste dell’evento, addirittura lasciate nel prato posteriore alle villa, sacrificando la magnifica vista sul lago alla nuova Countryman e agli ennesimi foodtruck.
Anche riguardo il prezzo si può obiettare: ha senso far costare il biglietto per la domenica appena il 6% del sabato? Non è meglio allinearlo a quello fatto pagare dagli altri eventi e limitare così l’affluenza? Questo anche nella pia illusione di poter migliorare la qualità degli spettatori: mancandoci il potere di leggerne il cuore di appassionati, non possiamo che misurarne la dedizione dal rispetto con cui si approcciano alla manifestazione, e per molti l’approccio è quello a una gita domenicale. Bermuda, T-shirt, jeans da tutte le parti… almeno si dovrebbe proporre un dresscode, come fanno tutti gli altri eventi. E questo, spiace sottolinearlo, anche a Villa d’Este il sabato.
Ancora un punto a riguardo, a dimostrazione del fatto che anche in Baviera hanno ben chiaro come stanno evolvendo le cose: una volta Rolls Royce esponeva anche a Villa Erba, mentre ora sono anni, già da prima del Covid, che le spirit of ectasy se ne stanno ben lontane dalla giornata di domenica.
Tornando alle due opzioni possibili, ed escludendo per il momento un cambio di location per la manifestazione, è possibile il successo nella trasformazione dell’evento a Villa Erba? E può aver senso mentre si fa crescere un raduno collaterale come quello il Wheels & Weisswurscht del sabato?
Crediamo che gli organizzatori dovrebbero seriamente domandarsi se non sia il caso di tornare sui propri passi, affrontare la realtà della location e rimettere le auto storiche ospiti al centro della manifestazione, rilegando quindi la presenza delle novità BMW all’interno della Rotonda, razionalizzando gli spazi dei servizi alimentare e organizzando un serio sistema di navette, risolvendo una buona volta la questione dei parcheggi e della viabilità sul lago.
Altrimenti? Altrimenti invece che a Cernobbio ci si fermerà sempre più a Como, alle bellissime ville del FuoriConcorso, evento veramente innovativo che giustamente si sta sempre più imponendo come l’ultima frontiera dell’intrattenimento motoristico a tutto tondo e che l’anno prossimo tornerà anche ad occupare i bellissimi spazi di Villa Olmo, e forse anche qualcosa in più.
Passando alla seconda alternativa, e guardandosi un po’ intorno, il territorio permetterebbe anche la creazione, finalmente, di una vera motor week, localizzata tra Milano e Como, approfittando anche di uno dei circuiti più famosi al mondo e degli immensi e bellissimi spazi che le provincie di Milano, Monza e Como offrono. Sognando in grande, ma rimanendo sul Lario, si potrebbe pensare poi a un network tra i grandi hotel per un concorso diffuso: servizio motoscafo continuo tra le sedi, sponsor diversi, location differenti, eventi d’ogni tipo.
Certo, per entrambe le proposte ci vorrebbe molto coraggio, e probabilmente un passo indietro da parte di BMW, ma siamo certi che a tendere solo una soluzione del genere permetterebbe di sopravvivere a un evento che ormai ha troppi concorrenti per limitarsi ad imitare
