Eccola, finalmente. Pur convintissimi che sarebbe arrivata una coupé, magari erede della Aero, non possiamo dire che la scelta di Pininfarina di realizzare una barchetta ci abbia molto sorpreso. Ecco quindi in tutto il suo bianco splendore la più attesa Morgan del 2024.
Partiamo dagli interni, la nota più dolente del progetto. Nonostante gli 83 metri quadri di legno usato tra telaio e decori, si è scelto di mantenere l’orribile volante a tre razze e incredibilmente anche la leva del cambio (automatico!) di derivazione BMW. Speriamo che qualcuno tra i 50 fortunati clienti abbia protestato contro questa scelta estetica, magari optando anche per un legno più british rispetto al teak dell’esemplare di presentazione. Per la parte meccanica, temiamo fortemente che non verrà fatta alcuna versione manuale.
Gli interni sorprendono anche una scelta votata al maggior comfort possibile, aspetto non proprio tipico di una barchetta, e ne danno testimonianza l’incredibile ampiezza delle portiere, ampiamente foderate in pelle, e la presenza di un improbabilmente schermo appena sopra il piantone dello sterzo. Fosse per noi sarebbero bandite anche bocchette dell’aria e casse stereo a vista, figuriamoci quindi quando vediamo una Morgan con impianto di infotainment.
Molto bello invece il cruscotto verniciato, nonché i sedili, per i quali bisognerà attendere la versione di serie per capire se avranno poggiatesta o meno.
Passiamo quindi agli esterni. Il frontale, e in generale tutta la parte anteriore, riprende fedelmente la linea della Plus six, lavorando un po’ sulle prese d’aria. Queste sono distribuite in maniera ora felice, come sul cofano, con un disegno a tastiera, ora meno, come per esempio appena dietro le ruote, oppure nella parte bassa del frontale. Sorprende inoltre la poca grazia dell’auto, sia in una visione aerea, che nella parte laterale, con l’ala anteriore molto più tozza e squadrata che nel modello di serie.
Questa muscolarità fatta di linee tese si esprime al meglio nella parte posteriore, questa sì davvero ben riuscita. L’ampia coda cava, con doppio scarico, strizza l’occhio a una sportività d’altri tempi, quasi streamlined, mentre le sobrie luci posteriori ricordano i primissimi modelli della Casa.
Riguardo le già famigerate sovrastrutture delle portiere, siamo molto, ma molto scettici. Oltre alla scomodità che comportano per il guidatore, rompono la classica linea Morgan senza rappresentare l’idea di Barchetta proposta, del resto difficilmente ottenibile da una carrozzeria con ali così pronunciate. Il nostro giudizio è negativo anche sui piccoli aeroscreen, sarebbe però interessante vedere anche il parabrezza alternativo, sperando sia come quello montato sulla Plus 8 Speedster finale, semplicemente stupendo.
In definitiva una bella macchina, con alcuni dettagli poco in sintonia con lo spirito di Malvern e senza grandi contributi da parte del carrozziere torinese. Anzi, diciamola tutta: le precedenti serie limitate, quali la Plus 4 Spiaggina e la CX-T, erano decisamente più riuscite. Aggiungiamo un dettaglio davvero interessate: la cromatura su tutta la parte basse della carrozzeria, esteticamente interessante e che speriamo di vedere anche su altre versioni speciali.


