la Collezione Lopresto all’ADI Museum

Inaugurata settimana scorsa, e visitabile gratuitamente fino al 30 gennaio, la mostra della Collezione Lopresto al museo del design italiano e del Compasso d’oro è l’ennesima significativa manifestazione promossa dal celebre collezionista italiano, un’ottima occasione per ammirare alcuni esemplari unici e e il restauro che li può riportare in vita.

Dalla scrostata vernice originale alla carrozzeria restaurata. La perizia con cui le auto della Collezione sono riportate in vita si vede da dettagli spesso celati alla vista, ma ben evidenziati da questo cofano portato ad esempio

In mostra sono presenti sette vetture e alcuni modellini preparatori, tutte auto di grandissimo livello e a loro modo uniche, caratteristica che accomuna tutti i veicoli della collezione Lopresto, eccoli quindi in ordine di apparizione:

Ad aprire il florilegio di fuoriserie il mitico prototipo usato per i test aerodinamici della Giulia SZ, su disegno di Ercole Spada e in linea con i principi della coda tronca enunciati da Kamm.
Ritrovato nel 2016 e restaurato a metà con il maggiore tatto possibile, è un esemplare che ha fatto la storia dei concorsi degli ultimi anni, con un approccio innovativo al restauro che solo Lopresto poteva portare al successo nei più prestigiosi eventi del mondo.


Prima di avvicinarci alle successive vetture una contenuta ma bella esposizione di modellini prototipali di auto mai andate in produzione, tra cui la fantomatica FIAT Turbina e alcune Alfa Romeo che avrebbero sicuramente fatto la gioia di molti appassionati.


La successiva Fiat 2100 è uno degli ultimi esemplari unici che i grandi carrozzieri poterono realizzare sulle specifiche del clienti. Verso il tramonto del su misura solo pochi carrozzieri riuscirono infatti a produrre a prezzi di mercato versioni speciali anche di auto non economicamente impossibili. Questa bella 2100, ammiraglia FIAT del periodo, può quindi vantare un’abito unico che ora è sottoposto a un accurato restauro da parte dell’Accademia Galli di Como. A fianco alla macchina è possibile vedere alcuni degli specialisti all’opera.


La terza auto è anche la nostra preferita, una magnifica Alfa Romeo 2500 SS, esemplare unico carrozzato da Bertone su disegno di Mario Revelli di Beaumont, con una reinterpretazione tutta italiana dello stile à goute d’eau che tante belle linee sviluppò in Francia. L’auto ha giustamente mietuto successi in giro per il mondo, risultato del connubio tra l’eleganza che le linee e la magnificenza degli interni.


Proseguendo in ordine si incontra un altro celebre esemplare della collezione Lopresto, vale a dire la prima -e unica tre porte- Lancia Florida, capolavoro di Pinin Farina presentato al Salone di Torino nel 1955. Questo elegantissimo coupé sarà il primo passo verso la produzione della Flaminia, di cui però non verranno conservati tutti i bellissimi dettagli di questo fondamentale esemplare.


Questa bella Osca 1600 GT carrozzata da Touring, con il lunotto posteriore concavo, è una delle due sole vetture realizzate dal carrozziere Milanese, un vero trionfo di leggerezza per l’addio dell’ultima vera Maserati. Interessante come il frontale ricordi le Pegaso dello stesso Carrozziere, un design più vecchio di quasi dieci anni.


Proseguendo anche dal punto di vista cronologico, il prototipo ufficiale della Montreal -e secondo esemplare costruito- è quanto di più diverso si possa immaginare rispetto alla 2500 SS vista in precedenza. Il bel verde metallizzato, ripreso negli interni, arricchisce un design destinato a fare la storia dell’automobilismo.


Ultima, la curiosa Panda Scioneri, un esemplare unico con esterni e interni in alcantara, rappresenta la vetrina del carrozziere nei primi anni novanta, un vero laboratorio in cui mostrare gli estremi che Scioneri era in grado di raggiungere con la piccola torinese.


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