No, non avete perso il conto: alla SP3 Daytona alla nuova SP8 cambia la ragione della nomenclatura, e il nome è dovuto al motore V8 da 3,9 litri della F8 spider, su cui l’ultima one-off di Maranello è basata.
Ma non perdiamoci nella tassonomia dei cavallini rampanti e concentriamoci su questo curioso prodotto su misura. Prima di tutto il tetto, completamente rimosso, alleggerendo così l’auto e permettendo maggiore liberta nel disegno del posteriore. Non male, forse un po’ troppo piatto.
Poi il frontale. Realizzato in fibra di carbonio, colore Blue Sandstone lucido con effetto cangiante, per essere precisi, e fortemente in contrasto rispetto al resto della carrozzeria, in argento micalizzato opaco, presenta una calandra a tutta larghezza, stampata in 3D. O tempora, o mores!
Bellissimi i cerchi, ispirati alle vetture sport prototipo, e alcuni dei dettagli recuperati dalle altre vetture Ferrari, come i fanali posteriori ispirati alla Roma. Sobri gli interni, con una punta retro nei sedili. Capiamo meno invece le rifiniture gialle… che siano scaramantiche per il cliente taiwanese?


